Benevento, troppi autovelox: il ministero frena dalla Telesina all'Appia

17 dispositivi in 25 chilometri nel Sannio: nel mirino le autorizzazioni

Benevento, troppi autovelox
Benevento, troppi autovelox
di Paolo Bocchino
Lunedì 23 Ottobre 2023, 10:23
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Telesina, Fondovalle Isclero, Statale Appia: è in arrivo la stretta contro il boom degli autovelox, e porterà una firma sannita. Il ministero delle Infrastrutture sta lavorando alle misure attuative del disegno di legge sulla sicurezza stradale approvato lo scorso 18 settembre dal Consiglio dei ministri. Con il provvedimento si è conferita delega per il varo di modifiche al Codice della strada che riguarderanno anche l'installazione delle apparecchiature per la rilevazione automatica della velocità.

Una gallina dalle uova d'oro per migliaia di Comuni che hanno trovato il modo di far quadrare gli asfittici bilanci a scapito degli automobilisti, senza che diminuiscano però il numero e la gravità degli incidenti. Prassi consolidata anche nel Sannio dove si raggiungono casi parossistici, balzati anche agli onori delle cronache nazionali, come i 7 autovelox in 25 chilometri installati nel tratto beneventano della Statale 372 Telesina, che nel 2022 hanno totalizzato 3 milioni di introiti.

Ma non è da meno la Fondovalle Isclero in valle Caudina, sulla quale si verifica il paradosso di limiti di velocità differenti a seconda del senso di marcia. Famigerato anche l'impianto posizionato sull'Appia alle porte di Benevento, attivo pure di notte e in perenne proroga gestionale.

Situazioni sulle quali si sta per intervenire, come assicurato dal titolare delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine dell'approvazione del disegno di legge. Obiettivo tradotto in bozza normativa da un sannita, il sindaco di Calvi Armando Rocco, avvocato e docente di lungo corso nelle scuole di polizia locale, consulente giuridico del ministero. L'esperto anticipa a «Il Mattino» alcuni passaggi chiave della proposta di modifica che sarà consegnata nei prossimi giorni al ministro: «Occorre procedere al controllo di tutte le autorizzazioni rilasciate dalle Prefetture, per verificare se le strade interessate presentino ancora i due requisiti necessari per l'installazione: elevato livello di incidentalità negli ultimi 5 anni e documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata. Laddove se ne accerti la sussistenza, bisogna procedere all'autorizzazione solo a fronte di criteri oggettivi, in modo da evitare il "far west" delle apparecchiature elettroniche che vediamo anche nel Sannio con Comuni che collocano autovelox a brevissima distanza. La mia proposta prevede invece che si possa autorizzare l'installazione di dispositivi soltanto a intervalli di 15-20 chilometri, adeguatamente segnalati preventivamente come prescrive la legge. Troppe sono oggi le situazioni di segnaletica non visibile perché coperta da vegetazione, o addirittura autovelox posti fuori dalla carreggiata. Fondamentale, poi, è applicare un limite massimo di velocità uniforme per tutto il tratto di strada interessato. Spesso vediamo in pochissimi chilometri numerose variazioni di velocità consentita. I continui lavori eseguiti sulle arterie stradali non possono essere una giustificazione ad abbassamenti continui dei limiti». Ma per Rocco, la soluzione ottimale messa nera su bianco nella proposta di modifica taglierebbe fuori del tutto i sindaci dalla partita delle multe: «In alternativa alla gestione dei Comuni, suggerisco di affidare il servizio esclusivamente alla polizia stradale. D'altronde, su molte di tali strade la manutenzione compete all'Anas e non ai Comuni. Ritengo opportuno che si vada verso la installazione di un solo tipo di apparecchiatura, ovvero il tutor oggi in uso sulle autostrade, che misura la velocità media e non quella istantanea».
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E c'è qualcosa da rivedere anche per quanto riguarda le apparecchiature posizionate all'interno dei nuclei urbani. È il caso, ad esempio, dell'apparecchio speed velox che sta per debuttare in città nelle zone con limite ridotto a 30 chilometri orari. Da Rocco arriva, però, una bocciatura: «L'articolo 201 del Codice della strada prevede che la contestazione dell'infrazione per eccesso di velocità sia immediata, laddove sussistano le condizioni stradali per eseguirla, tantopiù se si procede all'abbassamento del limite a 30 chilometri orari. Nel caso di specie, via Aldo Moro, via Napoli, viale Principe di Napoli, presentano tutte le condizioni per effettuare la contestazione immediata ai trasgressori.

La ratio della norma è infatti quella di prevenire abusi che vadano a minare la sicurezza. Accertare la violazione a cose fatte, invece, non risponde a criteri di sicurezza, bensì appare piuttosto una scelta guidata da finalità meramente finanziarie che non sono contemplate nello spirito della legge. E peraltro - conclude Rocco - la norma prescrive che i Comuni abbiano la costante disponibilità dei dispositivi, mettendo fine alla prassi di acquisirli a noleggio temporaneo o tramite affidamenti in proroga».
 

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