Carnevale e i carri: per Pietrelcina ritorno al passato

Nel giorno di chiusura del Carnevale, sarà riproposto il processo alla maschera di Scardone

Carnevale e i carri: per Pietrelcina ritorno al passato
di Donato Faiella
Domenica 22 Gennaio 2023, 11:15
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Anche se le non ottimali condizioni atmosferiche hanno impedito di festeggiare l'inizio del Carnevale a Pietrelcina, la Pro Loco rilancia l'idea di proporre nuovamente una manifestazione che abbia al centro l'antica tradizione della sfilata di carri allegorici e del processo alla maschera di Scardone. «Dopo tanti anni che non riusciamo più ad allestire un programma, con la presenza dei tipici carri realizzati dai pietrelcinesi anticipa Dario Faiella, presidente della Pro Loco Pietrelcina quest'anno vi è l'intenzione di riprendere le iniziative, che da decenni non vengono più organizzate per il periodo di carnevale. Come oltre trenta anni fa, chiederemo alla gente del posto di costruire carri raffiguranti scene di vita quotidiana, oppure di ideare scenografie tratte dalla fantasia e dalla tradizione epico cavalleresca. Nella mente di molti cittadini sono rimasti impressi i carri che facevano il giro del paese. Alcuni di questi erano frutto di una lavoro che durava diversi mesi. In alcuni carri si poteva entrare per, poi, dare spazio alla immaginazione fingendo di aver fatto imprese leggendarie ed improvvisando, sul momento, azioni eroiche».

Tra le tante memorie delle passate edizioni, la gente ricorda ancora l'enorme Cavallo di Troia costruito interamente in ferro, con coperture in legno.

Il carro che faceva invidia a quelli realizzati per il carnevale di Viareggio, poteva ospitare al suo interno diverse persone che, al momento opportuno, uscivano dalla gigantesca macchina ludica per assalire gli spettatori vicini alla sfilata. «L'idea aggiunge il presidente della Pro Loco per molto tempo era stata messa da parte. Con la fine della pandemia e con l'aiuto dell'amministrazione comunale e dell'associazionismo locale, speriamo di dare vita nuovamente ad un tipo di festa laica, la quale possa coinvolgere tutti, dai bambini fino agli anziani del paese».

Intanto non va dimenticato che, in occasione del giorno di chiusura del Carnevale, sarà riproposto il processo alla maschera di Scardone. Stavolta la corte prendendo spunto da un Codice di procedura penale Pucinaro, inventato per l'occasione dalla locale sezione dell'Archeoclub, metterà sotto accusa il fantoccio di paglia raffigurante Scardone. Vestito di nobili indumenti gentilizi, il pupazzo di paglia dovrà ascoltare tutte le accuse mosse a suo carico. Curiosa sarà la presenza di un medico, quale testimone del pubblico ministero, il quale cercherà le prove dell'avvenuto furto, di leccornie varie e vino, tastando la pancia dell'imputato. Chiaramente tra schiamazzi vari e suoni scomposti di musicisti improvvisati, le prove saranno trovate nel ventre di Scardone. Salsicce, formaggi, torte e generi alimentari di ogni tipo, usciranno dalla sua pancia e proveranno la colpevolezza dell'accusato che, tra l'altro, secondo tradizione, non ha nemmeno un avvocato a difenderlo, non avendo denaro per poterlo pagare. Dopo il processo la burla, il tutto avrà il suo triste epilogo con la condanna al rogo. Gli organizzatori, smonteranno rapidamente la sede processuale, predisposta nei pressi della sede municipale, alle spalle di Parco Colesanti e trascineranno Scardone al centro della piazza legandolo ad un palo circondato da fascine a cui daranno fuoco. Naturalmente, ad assistere alla condanna, ci saranno tutti coloro che si sono mascherati e che, in incognita, continueranno ad accusare il condannato facendo ricadere su di lui altri delitti. La celebrazione del Carnevale ha origini molto antiche risalenti alle feste dionisiache e saturnali. In queste feste si realizzava un temporaneo disfacimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto allo scherzo ed alla dissolutezza.
 

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