De Luca all'ospedale di Benevento:
«Sulla sanità meriterei una statua»

de luca
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di Francesco G. Esposito
Mercoledì 1 Maggio 2019, 09:00
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L’«operazione verità» annunciata dal governatore Vincenzo De Luca per il Sannio prende spunto dal taglio del nastro del ristrutturato pronto soccorso del Rummo per far tappa sulle modifiche al piano sanitario regionale che prevedono il salvataggio del «pronto soccorso, dei reparti di medicina e chirurgia generale e ortopedia dell’ospedale di Sant’Agata («ma con 5 milioni di perdite da far passare al vaglio ministeriale»), oltre al «mantenimento del Dea di II livello nel nosocomio del capoluogo» nonostante, sottolinea ancora il presidente della Regione, il «taglio chiesto dal ministero della Salute di 40 strutture complesse in un solo anno in Campania. Considerando che il Sannio è al di sopra della media nazionale (288 oltre la soglia) - stando ai meri dati dei posti letto per popolazione -, per quello che stiamo facendo per il territorio e tenendo conto dei vincoli posti dal ministero, meriterei una statua o, almeno, un mezzobusto. Però, mi raccomando, fra 150 anni, non c’è fretta». 

Mezz’ora di giro tra le sale del pronto soccorso con il manager Pizzuti, la benedizione di rito, un caffè e l’incontro con medici e stampa nella sala congressi. A margine, anche l’incontro con prefetto e attiviste del comitato «Curiamo la Vita» a base di rassicurazioni, tarallucci ed elisir di mela annurca. Ma è nei 50 minuti di discorso in sala che utilizza tutta la carica del caffè e tira bordate soprattutto ai pentastellati, ma anche ai «20 anni di gestione da carnevale della sanità campana. In questi 4 anni abbiamo fatto un miracolo. Abbiamo i bilanci in attivo e i dirigenti non subiscono alcun tipo di ingerenza, devono solo pensare a lavorare, senza rispondere a padrini politici. Mentre il “governo del cambiamento” non ha fatto ancora nulla, io ho iniziato una rivoluzione: la sanità, dai partiti, la sto liberando io». A supporto non mancano dati: «Pensate che in provincia ci sono 4,6 posti letto ogni mille abitanti; a Napoli 3,36. Benevento ha il rapporto più alto in Campania». Come Regione, «abbiamo chiesto che il ridimensionamento imposto dalla Grillo avvenisse in tre anni, per avere quel tanto di flessibilità necessario a governare i processi, senza traumi eccessivi. Di fronte agli obblighi di approvare il piano sanitario a dicembre scorso, abbiamo accettato le richieste governative per non penalizzare tutto e bloccare anche i concorsi. Poi, come si è visto, abbiamo modificato quanto possibile, alla luce di richieste ragionevoli, come quelle arrivate dal Sannio per il Sant’Alfonso». 

E proprio contro i pentastellati dirige i suoi attacchi il governatore, a iniziare dalla ministra Grillo: «Siamo di fronte a un circo equestre. A Roma fanno le carogne, poi arrivano sul territorio e, soprattutto i Cinque Stelle, fanno gli imbecilli mettendosi a fare demagogia nel Sannio e, qualche ora fa, al Moscati di Avellino. Questa cosa deve finire». E alla Grillo, nelle prossime ore, arriverà una «diffida per far terminare il commissariamento della sanità campana, visto che sono cadute le due ragioni che lo giustificano: lo squilibrio finanziario e il mancato raggiungimento della griglia Lea (che è passata dai 105 punti del 2015 ai 170 attuali). Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti, quindi mantenerlo è un reato penale, che sarà sanzionato, se va avanti così». 

«Non appena - prosegue - otterremo dal ministero l’approvazione per il piano di edilizia ospedaliera, presentato un anno fa e che dovrebbe avvenire nella metà di maggio, avremo le risorse (oltre un miliardo) per realizzare un polo oncologico regionale (che comprende anche Sant’Agata)». «Per venti anni non sono stati utilizzati fondi per l’edilizia ospedaliera. Per la prima volta abbiamo utilizzato seicento milioni di euro. In passato, invece, si rubava. Fucilerei alla schiena chi ha gestito la sanità in Campania. 

Inevitabile un passaggio anche sulle partenze dei primari dal Rummo, come quelle di Catapano e Huscher («è legittimo, non è una tragedia. Il vero problema è che manca programmazione») e sulla dirigenza. «A luglio ci sarà un ricambio di tutte le cariche, ma l’attuale management ha lavorato bene, ha tutto il mio appoggio».
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