Benevento, è fuga dei neomedici al Nord e all'esterto: «Serve una svolta al Rummo»

Il 13% dei neolaureati lascia il Sannio

Fuga dei medici dall'ospedale Rummo di Benevento
Fuga dei medici dall'ospedale Rummo di Benevento
di Luella De Ciampis
Domenica 19 Febbraio 2023, 12:29
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Giovani medici in fuga dal Sannio, insieme a una larga fetta di neolaureati in diverse discipline che scelgono di andare a lavorare nel Nord Italia, oppure oltralpe. Sono, infatti, mille i sanniti, in una fascia di età compresa tra i 30 e i 35 anni che, secondo gli ultimi dati Istat, lasciano in media ogni anno la propria terra per cercare lavoro altrove e tra questi, si inserisce il 13% dei 130 giovani medici sanniti che, mediamente ogni anno, pronunciano il giuramento di Ippocrate. In pratica, quasi una ventina di neolaureati in medicina all'anno decidono di trasferirsi fuori regione oppure di andare via dall'Italia per specializzarsi, per conseguire un master ma anche, più semplicemente, per trovare un posto di lavoro più qualificante e ben remunerato.

«In realtà - dice Guido Quici, presidente nazionale Cimo-Fesmed - si tratta di un fenomeno che riguarda il personale medico dell'intero territorio nazionale, alla ricerca spasmodica di condizioni di lavoro più competitive e remunerative. All'estero, più che nel resto dell'Italia, per i medici si aprono prospettive di carriera migliori, insieme a stipendi più adeguati e una maggiore disponibilità di tempo libero, per cui i giovani non esitano a trasferirsi all'estero. È chiaro che di questo fenomeno, che definirei di costume, ne risentiamo anche a livello locale con l'aggravante di una minore possibilità di ricambio generazionale, cui si aggiungono anche le difficoltà di fare carriera e di ottenere i necessari riconoscimenti. Bisogna impegnarsi a fondo per una svolta che renda attrattivo il Rummo per fermare l'esodo.

Se si ha a cuore la salute dei cittadini, questa dovrebbe essere l'emergenza prioritaria da affrontare».

I dati a livello nazionale sono impressionanti perché, in media, ogni anno 1000 medici si trasferiscono in altre nazioni. «Tuttavia continua Quici non è solo un problema di natura economica in quanto, per i giovani medici contano molto anche le possibilità di crescita e le motivazioni che investono la sfera emozionale. Il medico vuole sentirsi gratificato anche in termini di rapporto con il paziente e, invece, sempre più spesso, deve fare i conti con i budget messi a disposizione. Il tempo di cura non è valorizzato e, così, per la fretta non si riesce a stabilire una vera relazione tra medico e paziente, né si riescono a dare informazioni dettagliate sul cosiddetto consenso informato». È sicuramente una conquista quella di alcuni vecchi primari dell'ospedale cittadino che ricoprono l'incarico da un ventennio, che hanno fatto "scuola" e creato la squadra, costituita da medici in grado di sostituirli in caso di necessità.

Nonostante, nei giorni scorsi, sia stata ripristinata la rete Ima, si è dovuto attendere ma, nelle ultime ore, anche l'angiografo del reparto di Radiologia è stato adeguato al trattamento dell'infarto stemi, vale a dire della forma più grave di infarto acuto del miocardio per cui, i pazienti con infarto stemi venivano trasportati al Moscati di Avellino (se il Saut è più vicino a Benevento) oppure e al Sant'Anna e San Sebastiano (con Saut più vicini a Caserta). In pratica, dipende da quale percorso è più breve per l'ambulanza del 118. Invece, per gli infarti non stemi, in cui non c'è il rischio di necrosi del miocardio, la Cardiologia aveva già ripreso la normale attività.


Intanto, si terrà il 25 febbraio al Teatro Comunale "Vittorio Emmanuele" di Benevento (alle 19) la "Terza Serata del Sorriso", manifestazione organizzata dall'associazione "Ilsorrisodimario" in ricordo di Mario Zerella, per raccogliere fondi per il reparto di Neuro-oncologia dell'ospedale pediatrico "Meyer" di Firenze. Tanti gli artisti presenti a sostegno dei progetti di ricerca sui tumori infantili del sistema nervoso centrale.
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