Fortore, apre l'ospedale di comunità:
«Festa dopo sessanta anni di attesa»

Fortore, apre l'ospedale di comunità: «Festa dopo sessanta anni di attesa»
di Celestino Agostinelli
Martedì 10 Maggio 2022, 08:23 - Ultimo agg. 13:56
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«Questa è l'ultima zona della Campania, a ridosso della Puglia. Vi posso garantire che questo ospedale, qui, non lo avrebbero fatto nemmeno tra duecento anni se noi non avessimo deciso di farlo». Così il governatore Vincenzo De Luca ha esordito davanti al presidio sanitario di San Bartolomeo in Galdo, dopo aver tagliato il nastro e inaugurato l'apertura dell'ospedale di comunità. «Un territorio periferico e lontano dai centri - ha continuato - con poche migliaia di elettori, è considerato come un territorio da abbandonare. Per questi territori con ci sono investimenti mentre è comodo farlo dove ci sono tante preferenze. Ma noi non facciamo quello che è più comodo ma ciò che è più giusto per i cittadini. Complimenti al direttore e alla struttura dell'Asl, sono stati bravi a realizzare questa casa e ospedale di comunità. Mi complimento con i sindaci presenti. Hanno dato prova di serietà e compattezza, contribuendo a raggiungere questo importante risultato. Grazie ai cittadini per averci aspettato, ma quanto hanno atteso? 60 anni? Avete avuto la fortuna di aver tenuto in vita l'ospedale». Presenti il prefetto Carlo Torlontano, il questore Edgardo Giobbi, il presidente della Provincia Nino Lombardi, il colonnello dei carabinieri Carmine Apicella, e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Eugenio Bua. «In Campania - riprende il governatore - abbiamo un grande vizio, la lamentosità. Ovunque è un pianto greco, per fortuna oggi qui nessun lamento. La benedizione la voleva fare Mastella, l'ho dovuto frenare in tempo». De Luca poi predica prudenza perché il Covid non è scomparso: «Gli unici in Italia che offrono il gomito e hanno la mascherina siamo in due, io e Mattarella»

«La verità è figlia del tempo - ha esordito il sindaco Carmine Agostinelli - Stiamo vivendo un momento storico. Non smetterò mai di ringraziare i vertici dell'Asl. Ma ringrazio il presidente De Luca per averci onorato della presenza che non è forma ma sostanza, perché rende onore alla comunità fortorina e rende merito a un lavoro quotidiano e sinergico dal punto di vista istituzionale». Il parroco, don Gianluca Spagnuolo, e il vicario generale dell'Arcidiocesi di Benevento, Don Franco Iampietro, hanno impartito la benedizione.

Tra i sindaci anche Clemente Mastella che nel suo intervento ha ricordato Aldo Moro che fu ucciso il 9 maggio del 1978. «San Bartolomeo - ha detto - oggi ci riserva un sole caldo di passione, di affetto, di sacrificio, di generosità. Questa terra è caparbia. E lo dimostrano il sindaco di San Bartolomeo, il direttore generale Volpe e i tanti che hanno determinato occasioni come questa che rinfrancano da un passato in cui si è investito poco, immaginando spesso che gli ospedali di periferia fossero messi da parte per ragioni economiche a scapito della gente. Grazie al sindaco e al presidente De Luca che ha voluto manifestare la vicinanza a un popolo che forse per troppo tempo era stato dimenticato». Soddisfatto il manager Volpe: «Da tre anni lavoriamo con impegno ha detto e oggi inizia un altro passo per la costruzione di una nuova rete sanitaria territoriale, tante risorse sono state investite e tante verranno ancora investite. Ci rende orgogliosi essere qui per un'occasione straordinaria a favore dell'assistenza sanitaria e a giorni istituiremo la Centrale operativa territoriale una struttura sanitaria che prenderà in cura i pazienti cronici con assistenza telematica più vicina ai cittadini». A fare gli onori di casa il direttore del Distretto sanitario Mino Ventucci.

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