Il Parco Cellarulo eterna incompiuta tra rischi e degrado

Dopo i danni dell'alluvione, contenziosi tra ditte e Comune

Il Parco Cellarulo eterna incompiuta tra rischi e degrado
Il Parco Cellarulo eterna incompiuta tra rischi e degrado
di Antonio Martone
Giovedì 1 Febbraio 2024, 10:04
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Inaugurato il 15 luglio 2010, il Parco Cellarulo è stato aperto solo fino a metà del 2012.
Da allora l'area è stata chiusa ai cittadini, prima per la mancanza del collaudo, dopo per il contenzioso che si è aperto tra la ditta che ha realizzato i lavori e il Comune di Benevento e successivamente perché al centro di alcune indagini della magistratura. Poi c'è stata l'alluvione di ottobre 2015 che ha invaso viali e infrastrutture del parco che sorge di fianco al fiume Calore e che doveva essere il polmone verde del Rione Ferrovia con i suoi 50 ettari di terreno e di testimonianze storiche del passato.

Un triste destino quello del «gioiellino» che realizzato con l'amministrazione Pepe costo 3,5 milioni di euro. Doveva ospitare turisti, archeologi, sportivi e famiglie, ma mentre si continua a studiare e fare proclami, al loro posto in questi anni sono arrivati senzatetto, vandali, ladri, prostitute e tossici, considerato che c'è stata l'effrazione dei cancelli e in diversi punti la recinzione è stata letteralmente smantellata. La stessa polizia municipale in passato più volte è intervenuta, presentando denunce e interdetto l'accesso al parco, ma il tutto solo sulla carta. E'diventato un sito aperto a tutti e infatti vengono abbandonati rifiuti di ogni genere, piatti, forchette, lattine di birra, vetri di bottiglie, cartoni ed in particolare calcinacci e altri materiali di genere pericoloso rinvenienti da scavi per lavori di ristrutturazione, scaricati direttamente da mezzi che possono entrare anche dall'ingresso secondario della zona S.

Clementina dove pure cancello e recinzione sono stati addirittura segati.

Per non parlare delle razzie. Sono stati rubati persino i corpi illuminanti che vanno per terra, fili, lampade, pannelli della palazzina «Belvedere», servizi igienici, passamani, rimossi cubetti di porfido e materiale vario asportabile. La struttura in virtù dello stato d'abbandono e di degrado che aumenta di giorno in giorno è ormai di fatto inesistente ed è diventato un «parco fantasma». Sin dall'ingresso si è accompagnati da cattivi odori rinvenienti da carcasse di animali morti, con centinaia di alberi selvatici cresciuti ovunque, fanghiglia, erbacce che hanno di fatto sepolto vialetti a causa dell'incuria del verde pubblico.

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Praticamente «sotterrati», pavimentazione, panchine, cartelli, staccionata in legno di pino, impiantistica, pannelli di legno. Il quadro attuale è desolante. Addirittura in questi giorni a completare l'avvilente situazione, c'è stato l'incendio doloso del quadro elettrico generale posizionato davanti all'ingresso all'incrocio di via Grimoaldo Re. Lo scenario attuale dopo oltre 11 anni, dunque, è surreale. Il punto d'incontro tra cultura e svago scomparso. Proteste, appelli, mozioni, interrogazioni, finora non hanno sortito nessun risultato.

«Nei primi due anni in cui il parco era accessibile dice Maurizio Bianchi referente del gruppo Benevento Nascosta e studioso della storia della città personalmente ho avuto modo di accompagnare archeologi e docenti di storia che ritenevano il parco di grandissima valenza storica non solo perché racchiude il porto fluviale romano che sorgeva alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, ma in particolare per la presenza dei resti di mura di insediamento abitativo sicuramente dell'antico e glorioso popolo dei Sanniti risalente ad un periodo addirittura antecedente a quello romano. L'area è stata individuata alla sinistra del belvedere e rispetto all'ingresso principale e purtroppo è sepolta da metri di fango, erba, alberi. Stiamo organizzando una petizione popolare che partirà nei prossimi giorni: Salviamo il Parco Cellarulo». Nel gennaio del 2021 la giunta Mastella approvò per il recupero delle aree e delle strutture danneggiate attraverso lavori di ripristino funzionale dell'area archeologica perifluviale, lo studio di fattibilità degli interventi.

Da allora nessuna novità e non ci sono all'orizzonte, per ora, nemmeno prospettive. Il dirigente comunale Antonio Iadicicco è stato esplicito sull'argomento: «Siamo in attesa della prossima programmazione regionale di fondi europei 21/27 o di apertura di bandi Pnrr». Tesi confermata dall'assessore alle opere pubbliche Mario Pasquariello: «Per il momento non abbiamo somme disponibili. Proprio la scorsa settimana con alcuni assessori e consiglieri di maggioranza abbiamo fatto delle valutazioni su quale zona dove vogliamo e dovremmo intervenire, ma dobbiamo vedere in che modo».
 

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