Inaugurato il 15 luglio 2010, il Parco Cellarulo è stato aperto solo fino a metà del 2012.
Da allora l'area è stata chiusa ai cittadini, prima per la mancanza del collaudo, dopo per il contenzioso che si è aperto tra la ditta che ha realizzato i lavori e il Comune di Benevento e successivamente perché al centro di alcune indagini della magistratura. Poi c'è stata l'alluvione di ottobre 2015 che ha invaso viali e infrastrutture del parco che sorge di fianco al fiume Calore e che doveva essere il polmone verde del Rione Ferrovia con i suoi 50 ettari di terreno e di testimonianze storiche del passato.
Un triste destino quello del «gioiellino» che realizzato con l'amministrazione Pepe costo 3,5 milioni di euro. Doveva ospitare turisti, archeologi, sportivi e famiglie, ma mentre si continua a studiare e fare proclami, al loro posto in questi anni sono arrivati senzatetto, vandali, ladri, prostitute e tossici, considerato che c'è stata l'effrazione dei cancelli e in diversi punti la recinzione è stata letteralmente smantellata. La stessa polizia municipale in passato più volte è intervenuta, presentando denunce e interdetto l'accesso al parco, ma il tutto solo sulla carta. E'diventato un sito aperto a tutti e infatti vengono abbandonati rifiuti di ogni genere, piatti, forchette, lattine di birra, vetri di bottiglie, cartoni ed in particolare calcinacci e altri materiali di genere pericoloso rinvenienti da scavi per lavori di ristrutturazione, scaricati direttamente da mezzi che possono entrare anche dall'ingresso secondario della zona S.
Per non parlare delle razzie. Sono stati rubati persino i corpi illuminanti che vanno per terra, fili, lampade, pannelli della palazzina «Belvedere», servizi igienici, passamani, rimossi cubetti di porfido e materiale vario asportabile. La struttura in virtù dello stato d'abbandono e di degrado che aumenta di giorno in giorno è ormai di fatto inesistente ed è diventato un «parco fantasma». Sin dall'ingresso si è accompagnati da cattivi odori rinvenienti da carcasse di animali morti, con centinaia di alberi selvatici cresciuti ovunque, fanghiglia, erbacce che hanno di fatto sepolto vialetti a causa dell'incuria del verde pubblico.
Praticamente «sotterrati», pavimentazione, panchine, cartelli, staccionata in legno di pino, impiantistica, pannelli di legno. Il quadro attuale è desolante. Addirittura in questi giorni a completare l'avvilente situazione, c'è stato l'incendio doloso del quadro elettrico generale posizionato davanti all'ingresso all'incrocio di via Grimoaldo Re. Lo scenario attuale dopo oltre 11 anni, dunque, è surreale. Il punto d'incontro tra cultura e svago scomparso. Proteste, appelli, mozioni, interrogazioni, finora non hanno sortito nessun risultato.
«Nei primi due anni in cui il parco era accessibile dice Maurizio Bianchi referente del gruppo Benevento Nascosta e studioso della storia della città personalmente ho avuto modo di accompagnare archeologi e docenti di storia che ritenevano il parco di grandissima valenza storica non solo perché racchiude il porto fluviale romano che sorgeva alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, ma in particolare per la presenza dei resti di mura di insediamento abitativo sicuramente dell'antico e glorioso popolo dei Sanniti risalente ad un periodo addirittura antecedente a quello romano. L'area è stata individuata alla sinistra del belvedere e rispetto all'ingresso principale e purtroppo è sepolta da metri di fango, erba, alberi. Stiamo organizzando una petizione popolare che partirà nei prossimi giorni: Salviamo il Parco Cellarulo». Nel gennaio del 2021 la giunta Mastella approvò per il recupero delle aree e delle strutture danneggiate attraverso lavori di ripristino funzionale dell'area archeologica perifluviale, lo studio di fattibilità degli interventi.
Da allora nessuna novità e non ci sono all'orizzonte, per ora, nemmeno prospettive. Il dirigente comunale Antonio Iadicicco è stato esplicito sull'argomento: «Siamo in attesa della prossima programmazione regionale di fondi europei 21/27 o di apertura di bandi Pnrr». Tesi confermata dall'assessore alle opere pubbliche Mario Pasquariello: «Per il momento non abbiamo somme disponibili. Proprio la scorsa settimana con alcuni assessori e consiglieri di maggioranza abbiamo fatto delle valutazioni su quale zona dove vogliamo e dovremmo intervenire, ma dobbiamo vedere in che modo».