Mega centrale turbogas, via libera
con un parere vecchio di 17 anni

Mega centrale turbogas, via libera con un parere vecchio di 17 anni
di Paolo Bocchino
Lunedì 3 Ottobre 2022, 09:36 - Ultimo agg. 10:35
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Via libera alla costruzione della megacentrale turbogas grazie a un parere rilasciato 17 anni fa. È l'incredibile conclusione cui giunge il ministero della Cultura, uno dei principali enti coinvolti nella procedura autorizzativa dell'impianto proposto da «Luminosa energia» nell'area industriale di Ponte Valentino. La società con radici partenopee e sede milanese segna un altro punto a favore verso il nulla osta alla realizzazione della centrale termoelettrica a gas metano da 400 megawatt sulla base della nuova istanza «Miglioramento energetico-ambientale con turbina a gas di classe F di ultima generazione, e adeguamento progettuale alla nuova pressione di fornitura del metano dalla rete Snam».

La società punta a ottenere il non assoggettamento a Valutazione di impatto ambientale del progetto che sostiene essere migliorativo sul piano ambientale, rinnovando così la «Autorizzazione integrata» ottenuta nel lontanissimo 21 dicembre 2010, e già scaduta senza che dell'impianto sia stata collocata una sola pietra. 

La deadline è fissata al 29 ottobre, quando scadrà la proroga concessa nel luglio 2020 dal ministero dello Sviluppo economico per l'avvio dei lavori.

Un mese decisivo per le prospettive di realizzazione della centrale «fantasma» che ha mosso i suoi primi passi qualcosa come 20 anni fa. 

La partita si gioca tutta sul via libera ambientale a un progetto che la società presenta come innovativo, avvalendosi però di titoli ottenuti svariati anni fa sulla scorta di ben diversa prospettazione progettuale. «La modifica - si legge nel documento firmato, per Luminosa, dall'ingegnere Marco Compagnino - applica le migliori tecnologie disponibili. Consiste nell'installazione della turbina a gas di ultima generazione che consente di raggiungere migliori prestazioni in termini di efficienza e dal punto di vista ambientale».

Nello studio preliminare, Luminosa sostiene che «gli impatti sulla qualità dell'aria associati alle emissioni di inquinanti in atmosfera durante l'esercizio della centrale sono pienamente compatibili con gli attuali livelli di qualità dell'aria per quanto riguarda il parametro Nox (ossido di azoto, ndr), e del tutto trascurabili per il parametro Co (monossido di carbonio, ndr)».

Rassicurazioni di parte che meriterebbero verifiche terze e aggiornate, come consigliano i numeri del colosso programmato in zona Asi: 400 megawatt di potenza elettrica, 690 megawatt di potenza termica, 2 milioni di metri cubi l'ora di fumi emessi da un camino alto 60 metri che diffonderà in atmosfera oltre 300 tonnellate l'anno di ossido di azoto. Verifiche che non verrebbero espletate se fosse accolto lo scavalcamento della procedura Via sollecitato da Luminosa. 

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E va proprio nel senso del via libera senza nuovi accertamenti il parere espresso nei giorni scorsi dal ministero della Cultura. Un pronunciamento attinente perlopiù ad aspetti paesaggistici e archeologici. Ma significativo perché apripista di analoghi orientamenti degli altri dicasteri coinvolti, che potrebbero allinearsi. Ed è singolare soprattutto la motivazione con la quale la direzione generale Archeologia, Belle arti e paesaggio del ministero della Cultura rilascia il nulla osta: «La locale Soprintendenza - scrivono il dirigente Rosario Tramutola e il direttore generale Luigi La Rocca - ha già rilasciato con nota del 28 gennaio 2005 parere favorevole al progetto. Pertanto, non si ritiene che il progetto in esame debba essere assoggettato a Valutazione di impatto ambientale». Unica condizione posta dal dicastero culturale al via libera è che «vengano rispettate le prescrizioni di carattere archeologico», ovvero l'esecuzione di una verifica preventiva dell'interesse dell'area attraverso indagini sul campo. Il minimo sindacale, trattandosi di un sito che prende il nome dal ponte costruito duemila anni fa dai Romani lungo la via Appia Traiana.

Segnali che, chiaramente, non confortano le aziende della filiera agroalimentare operanti a Ponte Valentino, in allerta per la possibile realizzazione di un'infrastruttura che rischierebbe di vanificare l'aura di salubrità e benessere associata alle proprie produzioni. Il pastificio Rummo, Nestlé, Agrisemi Minicozzi e altri marchi del settore hanno inviato nei giorni scorsi una richiesta formale di chiarimenti al ministero della Transizione ecologica. Sussistono forti dubbi circa la regolarità sostanziale oltre che formale della procedura che, se completata, farebbe rivivere documenti autorizzativi decisamente datati e non aggiornati. Un iter che non avrebbe rispettato i necessari step informativi riservati agli enti locali, come attestato dagli uffici della Provincia su richiesta del gruppo Pd. 

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