Minacce e botte all'agricoltore:
«Un pregiudicato voleva i suoi terreni»

Minacce e botte all'agricoltore: «Un pregiudicato voleva i suoi terreni»
di Vincenzo De Rosa
Mercoledì 4 Agosto 2021, 09:06 - Ultimo agg. 23:05
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Nella mattinata di ieri i carabinieri di Dugenta hanno eseguito un'ordinanza applicativa di arresti domiciliari nei confronti di Raffaele Pascarella, pastore 35enne di Durazzano, già detenuto per altri motivi. Un provvedimento emesso dal Tribunale del Riesame di Napoli su appello presentato dalla procura di Benevento contro la decisione del gip che aveva negato l'applicazione della misura cautelare. Il 35enne è accusato di estorsione, reato che, stando a quanto emerso all'esito delle indagini coordinate dalla procura, avrebbe commesso in concorso con altre persone per le quali lo stesso Riesame ha disposto la misura cautelare dei domiciliari, impugnata però dai loro legali dinanzi alla Cassazione.
L'estorsione di cui il 35enne è accusato risalirebbe al 28 gennaio scorso, nel territorio di Limatola, e rappresenterebbe solo uno degli episodi che le indagini coordinate dalla procura ed eseguite dai militari della stazione telesina e della compagnia di Montesarchio avrebbero ricostruito. Una storia fatta di violenze e vessazioni perpetrate ai danni di un agricoltore i cui terreni, nei territori di Limatola e Dugenta, erano finiti nelle mire degli indagati. La procura parla di «diversi delitti contro il patrimonio» e di «gravi indizi in ordine alla realizzazione di diverse condotte di minaccia». Intimidazioni che avrebbero visto anche l'utilizzo di armi, e nello specifico di una pistola detenuta illecitamente.

La vittima sarebbe stata anche aggredita «brutalmente» e «colpita reiteratamente con bastoni da più persone» riportando per questo lesioni personali.

Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri di Dugenta, queste condotte sarebbero state poste in essere al fine di accaparrarsi, indebitamente, utilizzo dei terreni che l'agricoltore aveva in disponibilità tra Limatola e Dugenta, e utilizzarli per l'attività di allevamento di animali. Episodi per i quali secondo la procura si configurerebbe l'ipotesi di «spossessamento di terreni con uso di brutale violenza e minaccia a mano armata».

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Uno di questi episodi avrebbe visto anche l'intervento provvidenziale di un carabiniere, che avrebbe scongiurato per l'agricoltore conseguenze più gravi. Il militare dell'Arma infatti, anche se libero dal servizio, sarebbe entrato coraggiosamente in azione in difesa della vittima che in quel momento veniva picchiata con l'uso di bastoni da più persone. All'esito delle indagini la richiesta di applicazione delle misure cautelari per le quattro persone ritenute colpevoli dell'estorsione ai danni dell'agricoltore. Richiesta rigettata dal gip. Quindi il ricorso in appello al Tribunale del Riesame di Napoli presentato dalla procura di Benevento e ieri l'esecuzione della misura cautelare nei confronti del 35enne. Sui domiciliari, per le altre tre persone coinvolte, deciderà la Cassazione.
 

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