Dramma della povertà a Montesarchio:
clochard senza vita nel rifugio di fortuna

Dramma della povertà a Montesarchio: clochard senza vita nel rifugio di fortuna
di Maria Tangredi
Martedì 4 Gennaio 2022, 12:33
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Per loro, per i clochard, quelli diventati gli ultimi e dimenticati, sopravvivere è diventato difficile anche nel ventunesimo secolo. E spesso nei giacigli di fortuna dove cercano riparo trovano la morte. È accaduto anche a R.D., 59 anni, che da alcuni anni viveva in solitudine in uno stabile abbandonato di via De Ferraris. Il corpo senza vita è stato trovato ieri mattina da alcuni conoscenti che hanno dato immediatamente l'allarme, non avendolo visto uscire dalla casa in cui pur se abusivamente, dimorava. Inutili i soccorsi dei sanitari del 118 che hanno trovato l'uomo ormai privo di vita. A constatare il decesso dovuto presumibilmente ad un malore ed al freddo che in queste notti di inizio gennaio sta attanagliando anche Montesarchio, è stato poi il medico legale Emilio D'Oro intervenuto sul posto con i carabinieri. Il decesso secondo il medico legale sarebbe avvenuto probabilmente domenica, date le condizioni del corpo quando è stato ritrovato. La salma è stata poi trasportata nell'obitorio del cimitero comunale in attesa dell'autorizzazione del magistrato per l'interro.

Una storia di solitudine quella dell'uomo, dopo la separazione dalla moglie e il rarefarsi del rapporto con i due figli.

Di mestiere, prima di ritrovarsi a vivere ai margini della società, faceva il muratore. Lavoro poi lasciato sembrerebbe per motivi di salute, infatti si accompagnava ad un bastone. Nel quartiere Curci dove ormai aveva trovato rifugio lo conoscevano quasi tutti e spesso veniva anche aiutato da chi gli offriva cibo caldo. Una persona che aveva conservato la sua dignità e non aveva mai chiesto elemosine, come raccontano le persone del posto «Cercava di sopravvivere con dignità, forse con qualche sussidio, anche per questo gli abbiamo fornito qualche coperta per difendersi dal freddo e qualche volta anche un piatto di pasta. Era una brava persona che non dava fastidio a nessuno. Stando a quanto raccontava non aveva rapporti con la famiglia Siamo dispiaciuti per la sua fine».

I servizi sociali del Comune in passato sono anche intervenuti per provare ad affidare l'uomo a qualche struttura di accoglienza in seguito a segnalazioni e verifiche dei vigili urbani. «Come amministrazione - dice Antonio De Mizio assessore alle politiche sociali - attuiamo numerose iniziative rivolte anche a queste persone e comunque a tutti coloro che si trovano in uno stato di bisogno anche in situazioni estreme. Anche in questo caso siamo intervenuti per dare un tetto a questa persona. Ma senza risultati. Siamo attenti ad ogni problematica soprattutto quando ci vengono segnalate, pur se in questo caso la solitudine ha influito non poco nella sua vita». 

Storie di persone sole a cui fa riferimento anche il parroco, monsignor Antonio Raviele. «Morire in solitudine è una cosa triste - dice - e purtroppo accade anche qui, una cittadina così evoluta, e non è il primo caso in pochi mesi. A R. nessuno ha potuto dare conforto. Dinanzi la chiesa dell'Annunziata spesso ci sono persone che chiedono elemosina e talvolta li porto anche in sacrestia per offrirgli qualche aiuto, invece quest'uomo non ha mai chiesto nulla lasciando questo mondo in solitudine come viveva da tempo. È una storia triste ma anche di dignità di chi è vissuto in povertà e lontano dagli affetti terminando la sua vita terrena senza conforto in giorni ancora di festa». 

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