«No a centrale turbogas
nell'area industriale di Benevento»

«No a centrale turbogas nell'area industriale di Benevento»
di Giuseppe Di Martino
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 07:27 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 19:39
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Il via libera del Ministero dei Beni culturali, grazie a un parere rilasciato 17 anni fa, alla centrale elettrica alimentata a metano, che «Luminosa» vorrebbe realizzare a Ponte Valentino, alla confluenza dei fiumi Calore e Tammaro, riaccende le polemiche. Gli ambientalisti sono sempre più allarmati. «La costruzione della centrale turbogas - dice Camillo Campolongo, presidente del Wwf Sannio - va in contrasto con le linee guida tracciate per contenere gli effetti del cambiamento climatico. L'impianto ha un alto impatto ambientale, a causa delle emissioni di Co2, proprio perché si parla di gas fossile. Sono molto scettico anche per quanto riguarda la convenienza economica. Dovremmo invertire la tendenza e puntare sull'energia rinnovabile. Abbiamo tante aree che possono essere coperte dai pannelli fotovoltaici e più che puntare sulla realizzazione di grandi impianti bisognerebbe rilanciare su modelli come quelli delle comunità energetiche, attraverso la costruzione di piccoli impianti locali». Il progetto di «Luminosa» prevede 400 megawatt di potenza elettrica, 690 megawatt di potenza termica, 2 milioni di metri cubi l'ora di fumi emessi da un camino alto 60 metri. «Con una centrale termoelettrica alimentata a gas naturale - dice Marcello Stefanucci, delegato della Lipu - si produrrebbero circa 1.400 tonnellate annue di ossido di azoto, 850 di ossido di carbonio e 1.870 di anidride carbonica, che andrebbero ad appesantire ulteriormente il già fragile microclima della città di Benevento, sempre agli ultimi posti come qualità dell'aria su scala nazionale, per non parlare dell'incidenza sulle malattie dell'apparato respiratorio. In pratica costituirebbero di fatto la principale fonte di inquinamento dell'intera provincia».

Una prospettiva preoccupante per quanti nel Sannio non vedono di buon occhio la nascita della centrale turbogas nell'area industriale di Ponte Valentino. «Tutto questo - continua Stefanucci - per assecondare le scellerate politiche di mercato, infrangere gli accordi del protocollo di Kyoto e distogliere gli investimenti dal settore delle energie pulite e rinnovabili. Ribadiamo nettamente il nostro parere negativo alla realizzazione di centrali turbogas o di impianti similari, chiedendo che la Provincia di Benevento e i comuni sanniti interessati riaffermino fortemente la vocazione del Sannio alla tutela dell'ambiente, concentrando gli investimenti sulla produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili, con attenzione al territorio e al paesaggio».


Gli attivisti, poi, pongono un altro quesito.
Come mai l'impianto, per il quale sono chiesti rivalutazioni e accertamenti, viene posizionato nel polo industriale, a poche centinaia di metri dalla filiera agroalimentare? Segnali che non confortano i colossi industriali operanti a Ponte Valentino, in allerta per la possibile costruzione dell'impianto. «Basterebbe ragionare solo su questo - dice il presidente di Legambiente Antonio Basile - per mettere tutti d'accordo sulla scelleratezza di tale scelta. L'impianto che coprirebbe un corridoio ecologico di cinque chilometri da Benevento a Pietrelcina produrrebbe energia bruciando metano, e sarebbe fortemente inquinante perché collocato in una zona caratterizzata da forte ristagno dell'aria. Bisogna interrogarsi se effettivamente verranno utilizzati tutti i dispositivi a salvaguardia dell'ambiente. Una tecnologia del genere è poco appropriata rispetto ai tempi in cui viviamo. Noi auspichiamo forti investimenti sulle fonti di energia rinnovabili come l'idroelettrico, l'eolico o il solare». Per Legambiente, inoltre, è «incomprensibile la decisione nazionale di investire in centrali a gas, una tecnologia vecchia e inquinante piuttosto che puntare su tecnologie nuove rispettose dell'ambiente. Così non si combattono le cause del cambiamento climatico. In ambito locale per la questione della centrale Luminosa, tema dibattuto da diciassette anni, va detto che si tratterebbe di un impianto con emissioni rilevanti e per di più in un contesto geomorfologico come quello della valle di Benevento che ne amplificherebbe l'impatto. Noi denunciamo questa problematica e ci batteremo fino alla fine per evitare questo scempio anacronistico».

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