Patto per il Molisannio
«Avanti con il progetto»

Patto per il Molisannio «Avanti con il progetto»
di Paolo Bocchino
Lunedì 28 Marzo 2022, 08:46 - Ultimo agg. 08:47
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Il dado è tratto. Il progetto Molisannio potrebbe cambiare nome in corso d'opera ma la strada è tracciata: unire la provincia di Benevento all'attuale Molise per formare una regione da 550mila abitanti, residente più, residente meno. Da ieri la riproposizione della sfida si può considerare definitivamente lanciata. Clemente Mastella e Donato Toma hanno suggellato con una stretta di mano in Villa comunale, e con la successiva conviviale, l'ideale «patto di Benevento» per la nascita di un nuovo soggetto territoriale. La via da percorrere è quella fissata dall'articolo 132 della Costituzione, al secondo comma: «Si può, con l'approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un'altra».

Ma prima di passare alle vie di fatto occorrerà verificare che l'intuizione dei rappresentanti istituzionali, pur autorevoli, goda del consenso popolare. Compito che spetterà ad appositi «Comitati per il referendum»: «È la linea giusta - assicura Mastella -. Nei prossimi giorni daremo avvio alla costituzione del Comitato. Il Comune di Benevento attraverso il sottoscritto si fa promotore ma sarà aperto a tutte le personalità del mondo istituzionale, politico, accademico, sociale ed economico, che vorranno contribuire a quella che può apparire una suggestione ma che è molto più concreta di quanto si immagini». E aggiunge: «Più analizzo l'ipotesi, più mi convinco che diventa inevitabile unire le forze per non finire schiacciati e ulteriormente marginalizzati. Non ho nulla da rimproverare a De Luca, ma le nostre dimensioni ci penalizzano fatalmente. L'aggregazione con il Molise è la strada più logica per storia, affinità delle comunità, ma anche per l'iter da seguire. In alternativa non escludo neanche una fusione tra Sannio e Irpinia, ma in quel caso il Beneventano avrebbe minor peso.

Di certo bisogna fare qualcosa, perché lo spopolamento ci renderà sempre più marginali». Sindaco e governatore molisano hanno avuto modo di entrare anche nel dettaglio delle possibili ricadute: «Campobasso resterebbe capoluogo di regione e sede della Giunta, ma Benevento ospiterebbe il Consiglio regionale e un numero più cospicuo di rappresentanti - assicura Mastella -. Anche in Parlamento la nuova Regione avrebbe una delegazione più nutrita, potendo contare su non meno di 5 rappresentanti. Sul piano dei servizi, inoltre, miglioreremmo ulteriormente i collegamenti già scorrevoli, puntando alla elettrificazione della linea ferroviaria Benevento-Campobasso». Determinazione anche nelle parole di Toma: «Siamo fermamente intenzionati a proseguire su questa strada. Nominerò un mio delegato che seguirà direttamente l'iter di formazione del Comitato promotore e studierà i dettagli legislativi insieme a un team di giuristi. Ma io e Mastella siamo solo coloro che stanno proponendo una riflessione ai territori. La scelta finale spetterà ai cittadini molisani e sanniti, che poi in realtà sono affini e già affratellati. Potrebbe essere necessario indire referendum per ogni Comune del Sannio per appurare la volontà di aggregarsi al Molise. I vantaggi comunque sono evidenti. In termini di collegamenti, ad esempio, raggiungere Campobasso da Benevento è estremamente più facile che andare a Napoli. Per la sanità posso garantire che ci sarebbe un potenziamento notevole delle strutture sannite».

Ma non mancano voci fuori dal coro. Già palese la contrarietà del Partito democratico, anche se non espressa ancora ufficialmente. E ieri ha avuto qualcosa da ridire anche il deputato del M5S Pasquale Maglione: «Il presidente Toma dichiara che il Molise ha la necessità di allargare i propri confini? Comprendo il momento storico che determina processi di emulazione, ma trovo poco elegante che un presidente di una Regione si rechi in un'altra dichiarando di volersi espandere. Sono disposto a sostenere la creazione di un comitato promotore, che però deve porre in essere gli approfondimenti per stabilire analiticamente pro e contro di una simile scelta».

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