Guardia Sanframondi: punta da una zecca, contrae la malattia di Lyme. Bimba fuori pericolo

Il primo caso nel Sannio

L'ospedale di Benevento
L'ospedale di Benevento
di Luella De Ciampis
Mercoledì 28 Giugno 2023, 09:03
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È stato curato nel reparto di Pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli il primo caso di malattia di Lyme nel Sannio, riscontrato in una bambina di 4 anni e mezzo di Guardia Sanframondi. La piccola «è fuori pericolo» fanno sapere dal presidio ospedaliero. Secondo la ricostruzione dei sanitari, la bimba, una ventina di giorni prima del ricovero, era stata punta da una zecca che, presumibilmente, era sulla cute da qualche giorno, prima di essere rimossa dai medici del Psaut di Cerreto Sannita, con conseguente prescrizione di terapia antibiotica per sette giorni. Tuttavia, nonostante la somministrazione di antibiotici mirati a curare specifiche infezioni batteriche, nei giorni successivi sul volto della bambina è comparso un eritema migrante trattato inizialmente con cortisone. Il primo giugno la piccola è stata visitata dai medici del Pronto soccorso del Fatebenefratelli, dopo aver manifestato difficoltà a camminare e forti dolori ad arti, dorso e addome. Dopo il ricovero, i pediatri hanno sospettato che si trattasse della malattia di Lyme, confermata dall'anamnesi e dai dati clinici riscontrati ma soprattutto dalle evidenze arrivate dal laboratorio, che hanno attestato la presenza di anticorpi anti-Borrelia burgdorferi, riconducibili a un'infezione trasmessa da una zecca presente in Campania e conosciuta come parassita delle pecore, che utilizza come principali serbatoi delle infezioni roditori, caprioli, cervi, volpi e lepri.

«Si tratta di una malattia subdola e insidiosa - spiega Raffaele Rabuano, direttore del reparto di Pediatria, Neonatologia e Utin del Fatebenefratelli - che viene definita come "grande simulatrice", proprio perché caratterizzata da una vasta gamma di sintomi che possono far pensare ad altre malattie. In genere si sviluppa con un eritema, cioè una macchia rossa che si allarga progressivamente, definito eritema migrante che compare tra i 7 e i 14 giorni che intercorrono dopo la puntura di una zecca. Possono associarsi manifestazioni sistemiche come malessere, cefalea, febbre, dolori articolari, rigidità nucale, che si risolvono in un lasso di tempo che varia dalle due alle quattro settimane, spontaneamente, anche senza trattamento. Molto temute sono la neuroborreliosi, che comportano il coinvolgimento del sistema nervoso centrale e la cardite a carico del muscolo cardiaco». Una febbre alta in un bambino, accompagnata da un eritema, farebbe pensare subito a una malattia esantematica come il morbillo, la varicella, la rubeola e, nella peggiore delle ipotesi, alla scarlattina, se non fosse per la circostanza della puntura della zecca di cui, per fortuna, i genitori si erano accorti. «Il caso in questione è estremamente interessante - continua Rabuano - perché fino a oggi abbiamo pensato che la malattia colpisse solo alcune regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, mentre abbiamo dovuto prendere coscienza che le mutate condizioni del clima o dell'habitat o altri fattori non trascurabili, come l'arrivo degli animali selvatici nei centri abitati con il loro corredo di parassiti, possono favorire l'esordio della malattia di Lyme.

Per questo, è importante prevenirla con misure ambientali mirate a evitare la puntura di zecche».

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Insomma, l'arrivo nei centri urbani di animali selvatici che, generalmente, vivono nei boschi, non è salutare per gli abitanti che si trovano a fare i conti con le volpi o con i cinghiali che si spingono fino al giardino di casa. Basti pensare che le volpi possono trasmettere la rabbia e i topi la leptospirosi all'uomo e agli animali domestici. È chiaro che la lotta spietata al randagismo non fa che peggiorare la situazione, in quanto i cani e i gatti randagi che, da sempre, sono stati parte integrante del tessuto urbano, servono anche a tenere lontani gli animali selvatici e i roditori dai parchi pubblici, dai giardini e dai centri abitati. «Quando ci si accorge di avere una zecca sulla cute - precisa Rabuano - bisogna andare in pronto soccorso o dal medico e non procedere alla rimozione del parassita con pratiche fai da te, perché va fatta con una tecnica particolare. Inoltre, non è raccomandata la profilassi antibiotica dopo la puntura della zecca perché il rischio generale di contrarre la malattia di Lyme, anche nelle zone endemiche, vale a dire in quelle aree in cui la presenza della malattia è costante, è dell'1-3%. Infine, è sempre raccomandato indossare abiti che coprano gli arti quando si va nei boschi o in campagna, usare calzature chiuse e lozioni insetto repellenti».

 

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