«Rummo», disagi e lunghe degenze nel pronto soccorso

Incubo attese e proteste no stop dei familiari dei pazienti

«Rummo», disagi e lunghe degenze nel pronto soccorso
«Rummo», disagi e lunghe degenze nel pronto soccorso
di Luella De Ciampis
Giovedì 8 Febbraio 2024, 09:10
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Ancora malcontento tra i familiari dei pazienti ricoverati al pronto soccorso del «Rummo» dove, anche nei primi mesi del 2024, si stanno verificando le lunghe degenze nel reparto, prima che si decida delle sorti dei malati e del loro trasferimento nelle unità operative di competenza. In pratica, i parenti dei pazienti continuano a evidenziare che, spesso, i malati sono costretti ad attendere per ore o addirittura per giorni su una barella prima di essere trasferiti in reparto. Si sono invece ridotti i tempi di attesa e le file delle ambulanze del 118 che, nell'arco di qualche ora, riescono a ritornare al Saut di provenienza.

Nonostante la sindrome influenzale sia in fase decrescente e il Covid sia quasi del tutto scomparso, gli accessi in pronto soccorso non sono diminuiti, per cui i circa 5 codici rossi, i 22 codici arancio e i 57 verdi quotidiani continuano ad affluire nel reparto delle emergenze dell'ospedale cittadino creando le difficoltà che ormai da anni affliggono la struttura. A questo punto, è chiaro che la soluzione non può arrivare nell'immediato sia perché manca ancora all'appello il personale medico necessario, nonostante tutte le strategie messe in campo dalla manager per reclutarlo ma anche a causa della difficoltà oggettiva di trovare il posto letto in reparto subito.

L'altra componente determinante è rappresentata dall'esiguità degli spazi di cui il pronto soccorso dispone, per cui i pazienti finiscono per stare tutti stipati in uno spazio ridotto, sulle barelle e sulle sedie a rotelle in dotazione alla struttura, aspettando il proprio turno per essere visitati e sottoposti a eventuali indagini diagnostiche. I locali che ospitano il reparto dell'emergenza urgenza sono stretti, angusti e insufficienti per accogliere la mole di persone che, ogni giorno, affolla l'area.

Attualmente, non c'è neppure lo spazio per mettere un numero di letti di degenza per sopperire alle necessità impellenti in attesa che si liberino i posti in reparto. Per tutto il tempo che i pazienti rimangono in osservazione, gli accompagnatori che, prima del Covid, potevano rimanere accanto ai familiari, attualmente devono attendere fuori, sia per motivi di sicurezza dettati dalla pandemia che a causa degli spazi ristretti nei quali il personale sanitario è costretto a muoversi.

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Nel 2019 furono eseguiti lavori di ammodernamento dei locali che sono serviti a lavorare in luoghi più confortevoli, con maggiore attenzione alla privacy dei pazienti, creando percorsi interni più razionali, per esempio un accesso più rapido alla radiologia, e spazi meglio organizzati in base alle esigenze, come la shock room per i codici rossi, ma non fu possibile aggiungere nuovi spazi da destinare a una sistemazione più razionale dei pazienti. In quell'occasione fu ripristinato l'Obi (osservazione breve intensiva), con 4 posti letto e furono implementati i sistemi di triage globale e i fast track, che consentono nell'ordine una valutazione attenta e circostanziata per definire la priorità e percorsi più rapidi per i pazienti con una patologia già ben definita, con il coinvolgimento dello specialista di riferimento, proprio allo scopo di decongestionare il reparto. Fu inoltre completata la formazione del personale e istituito il bed manager, un infermiere esperto che prende in carico il paziente al triage.

La situazione è destinata a cambiare radicalmente quando sarà attuato il decreto del commissario ad acta numero 100 del 2018, che ha assegnato al «Rummo» un finanziamento ad hoc per il polo d'emergenza di circa 9 milioni di euro, con fondi per il 95% statali e per il restante 5% regionali. La prima svolta arriverà con la realizzazione del pronto soccorso Covid, che sarà contiguo a quello ordinario, ma anche il vecchio reparto sarà ampliato e collegato all'intera area delle emergenze, insieme alla Terapia intensiva.
 

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