Scarinzi-Mastella, «divorzio» ufficiale e tensione alle stelle

ll consigliere lascia gli incarichi ma resta in maggioranza

Scarinzi-Mastella «divorzio» ufficiale e tensione alle stelle
Scarinzi-Mastella «divorzio» ufficiale e tensione alle stelle
di Paolo Bocchino
Sabato 4 Novembre 2023, 10:20 - Ultimo agg. 18:20
4 Minuti di Lettura

«Scarinzi lascia gli incarichi? Mi dispiace umanamente, ma non sono ricattabile». Clemente Mastella come Giorgia Meloni. Il primo cittadino riecheggia la reazione della premier all'epoca della formazione del Governo. Luigi Scarinzi ha formalizzato ieri mattina, con una stringata missiva trasmessa via pec alla Segreteria dell'ente, le dimissioni dalla presidenza della commissione Lavori pubblici. Nella stessa comunicazione, il consigliere ha restituito anche la designazione a coordinatore della segreteria politica del sindaco, carica assegnatagli nel novembre di due anni fa e confermatagli a luglio.

«Motivi personali» la laconica e rituale espressione con la quale nella comunicazione il dimissionario argomenta il disimpegno. Forfait da intendersi con effetto immediato e irrevocabile, come aveva puntualizzato via chat ai colleghi. Vistosa l'assenza nella lettera di qualsiasi riferimento esplicito al primo cittadino, foss'anche solo di maniera. Quanto al futuro, nella nota Scarinzi scolpisce agli atti: «L'unico vincolo morale, etico e politico, è con i miei elettori». Mani libere, dunque, d'ora in poi, ma il consigliere unico eletto in «Sannio libero» esclude migrazioni all'opposizione, come invece avvenuto a luglio per Gerardo Giorgione, accasatosi in Forza Italia attraverso il gruppo misto.

«La comunicazione - spiega Scarinzi - è la ufficializzazione di quanto annunciato, ma non prelude ad alcun cambio di schieramento.

Se gli elettori mi hanno scelto per stare da una parte, non tradirò la loro fiducia andando dall'altra. Non ripeterò un errore fatto in precedenza. Ma è evidente che, da questo momento, approverò soltanto gli atti perfettamente in linea con il dettato normativo, lo stesso citato dal sindaco nella nota che ha indirizzato ai presidenti di commissione per richiamarli al letterale rispetto delle regole». Riferimento palese alla ormai famosa disposizione-rimprovero vergata da Mastella per diradare le presenze di funzionari comunali, dopo il corto circuito via chat tra il dirigente Iadicicco e il leader dell'opposizione Perifano.

Video

Ma appare evidente che le radici del malessere non siano da ricercare esclusivamente nella rampogna sui dirigenti. Il mal di pancia del dimissionario, già palesatosi in passato, è stato acuito dalle prime indiscrezioni sulle candidature alla Provincia, concentratesi sugli uscenti Antonio Capuano e Umberto Panunzio. Potrebbe aver giocato un ruolo importante anche il mancato accoglimento da parte di Mastella di una istanza, condivisa da un gruppo di sindaci dell'area, per proiettare Scarinzi alla guida dell'Ente Parco del Taburno di prossima nomina regionale. E Scarinzi con schiettezza non si nasconde dietro comode reticenze: «La decisione è scaturita da un malessere che serbavo da tempo a causa del mancato riconoscimento di un ruolo al sottoscritto, non per una gratificazione personale quanto per il doveroso rispetto dei quasi 1.200 voti portati dalla lista alla vittoria della compagine di governo guidata da Clemente Mastella. Consensi che non si può pensare di rappresentare con la inesistente guida della segreteria politica del sindaco. La candidatura alle Provinciali? Certo, non mi ha fatto felice venire a sapere che ancora una volta la scelta era caduta su altri. Senza nemmeno fare un bilancio dell'operato della Provincia in questi 2 anni, che pure non mi sembra irreprensibile tra concorsi annullati dal Tar, gare bocciate, dirigenti del settore legale senza titolo formale, e via elencando».

Concetti espressi anche al primo cittadino ieri mattina nel corso di un colloquio telefonico. Al termine, Mastella non si mostra affatto intimidito: «Mi dispiace sul piano umano se Scarinzi non ritiene di proseguire negli incarichi assegnatigli, ma politicamente non posso né voglio cedere a ricatti. Per la Provincia non c'è alcuna candidatura attribuita. Deciderà collegialmente il gruppo, com'è sempre stato. E se la scelta dovesse cadere su di lui, per me non vi sono preclusioni neanche adesso, ma non mi faccio tirare per la giacca. Peraltro, non capisco tanta premura di andare a fare il consigliere provinciale, ruolo assai depotenziato con l'attuale legge che, malgrado i proclami di modifica dei parlamentari locali, resta la stessa». Un cliché che rievoca quanto accaduto nel febbraio 2020, quando Mastella arrivò alle dimissioni, poi ritirate, per frenare le pressioni interne. Gongola l'opposizione: «Si conferma quello che avevamo detto - commenta Apb -. La "direttiva" Mastella è frutto di contrasti interni alla maggioranza che riguardano i delicati equilibri nel rapporto fra presidenti di commissione e assessori. Il tema di fondo resta quello di un'amministrazione che, per eludere qualsiasi confronto, non esita a sminuire la funzione delle commissioni, dopo aver relegato il consiglio al ruolo di votificio sui debiti fuori bilancio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA