Strade, appalto bloccato la protesta degli operai

Il Tar ha fermato la ditta che gestisce la manutenzione

Il blocco degli operai a Benevento
Il blocco degli operai a Benevento
di Giuseppe Di Martino
Giovedì 9 Marzo 2023, 10:03
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Centinaia di operai in stato di agitazione ieri mattina davanti agli uffici provinciali di largo Giosuè Carducci per dire no alla sospensione del servizio manutenzione stradale.

Una situazione molto complessa che vede coinvolta la società Medil, vincitrice di un appalto curato dall'Acamir, agenzia della Regione Campania per la mobilità, in materia di manutenzione di strade provinciali. Ma l'appalto dell'Acamir, a seguito del ricorso da parte della ditta Esaf, che fino allo scorso anno gestiva la manutenzione ordinaria dei 1.300 chilometri di strade provinciali, era stato annullato nei giorni scorsi per decisione del Tar Campania. In attesa, dunque, del parere del Consiglio di Stato, per sbloccare definitivamente l'annoso contenzioso, resta dunque l'interrogativo sui pagamenti degli stipendi e sul futuro di circa 200 operai che potrebbero finire in cassa integrazione.

«Per quanto ci riguarda nulla e nessuno deve mettere in discussione la prosecuzione senza soluzione di continuità del servizio di manutenzione stradale, tutelando l'occupazione dei lavoratori e la cura del territorio», spiega Gino Monteleone, rappresentante regionale Rsa-Usb.

La protesta, iniziata intorno alle 9, nello spazio adiacente alla chiesa di San Gennaro, ha visto la partecipazione di centinaia di lavoratori, scesi in piazza nonostante le condizioni climatiche avverse, con le loro tute catarifrangenti e armati di striscioni e bandiere. «Questa giornata di sciopero racconta Monteleone è un atto dovuto per i tanti lavoratori che si occupano di manutenzione stradale. Noi non vogliamo entrare nel merito delle questioni giuridiche ma sottolineare che, sospendendo il servizio, c'è il reale rischio di licenziamento di 200 operai. Tra l'altro l'Acamir ha già mandato una nota alla Provincia negando la possibilità di bloccare un servizio necessario per la collettività».

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Nel corso di una giornata convulsa, il dirigente del settore tecnico provinciale Angelo Carmine Giordano e il funzionario responsabile Salvatore Minicozzi hanno ricevuto i rappresentanti della Medil. «Preso atto della sentenza del Tar, la direzione, avendo richiesto all'avvocatura provinciale un parere sulle conseguenze della pronuncia, aveva preso atto che la stessa avvocatura consigliava di ottemperare alla decisione della magistratura amministrativa di primo grado e, dunque, deciso di ritenere chiuso il rapporto di servizio, fatta salva ovviamente la facoltà della Medil di adire la magistratura di seconda istanza per far valere le proprie ragioni», spiega Giordano.

La questione era stata peraltro già affrontata dalla stessa direzione tecnica della Provincia nei giorni scorsi allorché erano state richieste indicazioni operative sia all'Acamir che alla Regione Campania: queste ultime, in considerazione dell'importanza del servizio svolto e delle ovvie implicazioni di natura sociale, avevano invece consigliato di procedere comunque a tenere in vita il rapporto con Medil. Al termine degli incontri con le delegazioni si è raggiunta l'intesa di presentare una richiesta di incontro "ad horas" sia con l'Acamir che con la stessa Regione per definire una posizione univoca sull'argomento tanto più che, a quanto è dato sapere, identica situazione si è registrata per il servizio di manutenzione stradale nella Città metropolitana di Napoli.

Insomma, entro 5 giorni si terrà una conferenza di servizi tra gli stessi dirigenti della Provincia e quelli della Regione Campania per dirimere la controversia e per superare lo stallo in ordine al pagamento delle spettanze ai lavoratori, pur restando in attesa che si esprima la magistratura contabile. «Al momento il servizio prosegue», commenta soddisfatto al termine dell'incontro il sindacalista Monteleone. «Speriamo che siamo davvero alla fine di questa triste storia dichiara Domenico Panico, referente provinciale Rsa-Usb, uscendo dagli uffici provinciali abbiamo chiesto solo quello che ci è dovuto. Ora auspichiamo che Regione e Provincia trovino una soluzione definitiva. Non possiamo permetterci di stare a casa e non percepire lo stipendio. Rivendichiamo una soluzione di continuità e non vogliamo entrare nelle beghe giudiziarie delle aziende».
 

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