Il Tar dà il via libera alla centrale turbogas di Ponte Valentino

Resta pendente il ricorso di Rummo e Nestlé

Ponte Valentino
Ponte Valentino
di Paolo Bocchino
Sabato 10 Febbraio 2024, 11:30
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Luminosa vince al Tar e si ripropone prepotentemente nel dibattito provinciale. Come l'araba fenice, la centrale termoelettrica turbogas di Ponte Valentino rinasce ciclicamente dalle proprie ceneri. Dopo una lunga fase di sonno, la questione è tornata ieri d'attualità per effetto del recente pronunciamento del Tar Lazio che ha bocciato il ricorso della Provincia contro i provvedimenti ministeriali di proroga del termine per l'avvio dei lavori dell'impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato da 400 megawatt. Secondo la sede centrale del Tribunale amministrativo, è legittimo il decreto con il quale il ministero della Transizione ecologica (oggi ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) nell'ottobre 2022 ha disposto la proroga fino al 29 giugno 2024.

«Con il primo motivo di ricorso - hanno fatto sapere ieri ambienti vicini alla proprietà attraverso un'agenzia - la Provincia sosteneva, da un lato, che al termine già prorogato da un decreto del 2020 non fosse applicabile la proroga prevista dalla disciplina in tema di emergenza Covid e, dall'altro, che il termine di avvio dei lavori non possa essere liberamente e discrezionalmente individuato dal Ministero».

Il Tar ha ritenuto di non condividere la censura proposta. Per i giudici, in primo luogo «la norma prevede senz'altro la possibilità che il termine annuale sia superato al ricorrere delle circostanze indicate» dalla normativa e «l'operatività delle previste deroghe è necessariamente intermediata dall'amministrazione».

In secondo luogo, nel caso specifico «a seguito della prima proroga, disposta con provvedimento ormai definitivo, il termine così concesso è risultato in larga parte coincidente con quella stessa situazione emergenziale che aveva, tra l'altro, giustificato il decreto del 2020, mentre i successivi sviluppi procedimentali connessi all'aggiornamento del progetto avevano determinato, in sostanza, l'impossibilità di procedere all'avvio dei lavori». Neppure fondate - aggiunge ancora l'informativa aziendale - sono state ritenute le ulteriori censure con le quali la Provincia sosteneva che le modifiche all'impianto previste avrebbero dovuto portare alla revoca o alla sospensione dell'autorizzazione. «Una siffatta correlazione tra la proposta di modifiche anche sostanziali e la revoca dell'autorizzazione iniziale - scrive il Tar - non è desumibile dalla normativa».

Pronunciamento significativo perché, come detto, riaccende i riflettori su una vicenda che da mesi non faceva parlare di sé. Ma il verdetto del Tar Lazio non esaurisce la querelle giudiziaria riguardante l'intervento. Contro l'iniziativa è ancora pendente il ricorso al Capo dello Stato presentato da due colossi dell'agglomerato Asi di Ponte Valentino come Nestlè e il pastificio Rummo, autori nel marzo dello scorso anno di una impugnativa congiunta per fermare sul nascere il progetto del del gruppo imprenditoriale svizzero BkW. Bisognerà quindi attendere l'esito anche di questo ulteriore troncone giudiziario, ma il pronunciamento emesso in merito al ricorso della Provincia sembra adesso far pendere la bilancia nettamente dalla parte di Luminosa. Anche Nestlé e Rummo, infatti, fondavano gran parte delle argomentazioni del proprio ricorso sulla presunta illegittimità del decreto di proroga per l'avvio dei lavori rilasciato dal ministero della Transizione ecologica. Legittimità che invece il Tar ha suggellato. Una querelle che è destinata a trascinarsi ancora a lungo, anche se il vero discrimine per la realizzazione della centrale appare quello della praticabilità economica dell'intervento alla luce del costo del gas.

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