'Nndrangheta a Perugia, imprenditori rovinati dai debiti di droga: «Facci fare sto schioppo ​con la cocaina»

'Nndrangheta a Perugia, imprenditori rovinati dai debiti di droga: «Facci fare sto schioppo ​con la cocaina»
Venerdì 12 Dicembre 2014, 16:35 - Ultimo agg. 16:36
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PERUGIA - Non solo i calabresi «fortemente collegati» alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina. Non solo gli albanesi più o meno “col donca” collegati ai calabresi. Sul versante «droga, consumi e debiti» dell'operazione Quarto passo entra un bel pezzo di Perugia.



Di perugini perbene. Almeno all'apparenza. Piccoli imprenditori, commercianti e professionisti stavolta strozzati non dalla crisi economica ma dalla passione insana per la cocaina. «Facci fare lo schioppo con la cocaina, dai» diranno due di loro a uno dell'organizzazione.



Le carte dell'inchiesta, le 400 pagine di ordinanza firmata dal gip Alberto Avenoso su richiesta del procuratore distrettuale antimafia Antonella Duchini mettono nero su bianco quello che spesso resta nascosto nelle auto e negli «aperitivi» (la parola d'ordine per incontrarsi con i membri della cupola e acquistare cocaina) di «quelli che ben pensano».

«Le risultanze investigative hanno consentito di accertare che il gruppo criminale di matrice ‘ndranghetista operante sul territorio perugino si è reso responsabile in modo stabile, sistematico ed organizzato anche di una serie indeterminata di delitti di acquisto, detenzione e cessione a terzi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina» si legge nell'ordinanza.



«E' stato possibile accertare la sussistenza di una sinergia fra il sodalizio indagato e cittadini albanesi stanziati sul territorio perugino per lo più utilizzati come manovalanza per la “distribuzione” dello stupefacente o, in alcuni casi, attivi come fornitori».

Mille, duemila, seimila euro: i debiti accumulati dai perugini con l'organizzazione si fanno ingenti, settimana dopo settimana. Vengono per la maggior parte saldati, anche perché la violenza con cui vengono richiesti indietro i soldi, le intimidazioni («i miei parenti sono boss della 'ndrangheta» oppure «ti mando gli albanesi sotto casa») e gli sms che arrivano a ripetizione sui telefoni fanno paura. La paura non solo delle botte e della violenza, ma anche che in qualche modo possano rendere di dominio pubblico la dipendenza dalla cocaina.



I perugini fermati come consumatori dai carabinieri raccontano il loro essere «consumatori sfrenati» di cocaina, le difficoltà a disintossicarsi, il passaggio dai calabresi agli albanesi come fornitori basta che la coca non manchi mai. Acquisti due-tre volte a settimana, in un giro che si allarga sempre più vorticosamente dai 90 grammi per la singola bustina ai 500-600 ad acquisto perché poi serve anche per gli amici.



Sullo sfondo, il bar Apollo 4 di Ponte San Giovanni nei pressi del quale avviene la maggior parte degli scambi. Il bar che non si può toccare. «Quello ha portato al bar gli “sbirri” che avrebbero potuto trovare “la roba”: “… la roba dentro al bar… ci sono venuti 12 sbirri, lo dobbiamo ammazzare».