Libera: «Gli imprenditori hanno vinto la paura. Decisiva la collaborazione con gli investigatori»

Libera: «Gli imprenditori hanno vinto la paura. Decisiva la collaborazione con gli investigatori»
Mercoledì 10 Dicembre 2014, 18:58 - Ultimo agg. 18:59
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PERUGIA - «L’operazione di oggi in Umbria conferma quella penetrazione ampia e ramificata della criminalità organizzata nel tessuto economico regionale che avevamo messo in luce nei dossier di Liberainformazione e avevamo portato all'attenzione dei media attraverso le iniziative della nostra rete».



Lo dichiara l’associazione Libera commentando le infiltrazioni della ’Ndrangheta in Umbria. «La presenza a Perugia del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti dimostra - dice 'Liberà l'assoluta rilevanza dell'operazione portata a termine. Pertanto non è più lecito ricondurre la vicenda al semplice riciclaggio e si deve invece pensare a progetti di stabile insediamento».



«Quello che è accaduto a Ponte san Giovanni è sintomatico di un'aggressione invisibile e lenta, soprattutto da parte dei clan calabresi che nel nostro territorio pare che abbiano fatto un grande investimento. Si muovono sottotraccia, osservano il territorio e spostano come pedine i colletti bianchi, non esitano a ricorrere a manovalanza araba o albanese».



«Il compito di Libera e della sua rete in casi come questo, non può limitarsi al sostegno alla magistratura. Siamo convinti - dichiara Walter Cardinali, Coordinatore regionale di Libera Umbria - che le mafie si fermano e si sconfiggono solo se c’è una diffusa consapevolezza e corresponsabilità, un noi che rafforza la legalità e il senso della comunità. Da anni per questo in Umbria facciamo al nostro meglio opera di informazione, di sollecitazione alle istituzioni democratiche locali, di educazione, di valorizzazione delle positive memorie di chi le mafie ha combattuto».



«Nell'inchiesta Quarto passo c’è un elemento positivo - prosegue - la piena collaborazione con gli inquirenti di un gruppo di imprenditori, vittime di estorsioni e infiltrazioni. Hanno vinto la paura, quando hanno sentito sicura la presenza attorno a sè di carabinieri e magistrati. Bisogna aumentare la vigilanza, far sì che denunce di questo tipo arrivino fin dall’inizio dell’opera di infiltrazione, prima che si producano danni gravi all’economia e alla società. Le vittime saranno più pronte alla denuncia e alla collaborazione, se sentono intorno a sè la vicinanza e il sostegno non solo degli inquirenti, ma anche delle istituzioni locali e di tutta la società regionale».
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