Acqua alta nei campetti di basket Nike
Il restyling soltanto un anno e mezzo fa

Acqua alta nei campetti di basket Nike Il restyling soltanto un anno e mezzo fa
di Nadia Verdile
Domenica 21 Agosto 2022, 10:58
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Un po' di pioggia, ieri mattina, ha messo a nudo, se ce ne fosse stato ancora bisogno, le pessime condizioni dei campetti Nike, quelli dedicati ad Emanuela Gallicola, in via G.M. Bosco. Allagati, hanno mostrato falle e pecche. Erano stati riqualificati un anno e mezzo fa con i fondi della Regione Campania, nell'ambito del Por Fesr 2014-2020. Fu realizzato allora il restyling completo degli spazi che, da decenni, sono punto di aggregazione di appassionati di basket di tutte le età. Fu rigenerato il manto dei campi, fatto il ripristino delle caditoie e delle canalette per la raccolta ed il convogliamento dell'acqua piovana, sistemata la colorazione dei campi; aggiustati i muretti e le ringhiere che delimitano l'area, fu anche parzialmente rimossa la recinzione obsoleta che c'era.
Come mai allora, dopo solo un anno e mezzo da quei lavori, la situazione dei campetti è pessima? «Se l'acqua ristagna spiega l'ingegnere Antonio Vecchione vuol dire che c'è un problema di drenaggio perché non è possibile che si impantani l'acqua. Questo vizio di costruzione si sarebbe dovuto evidenziare in sede di collaudo dell'opera quando si fanno le prove di allagamento per verificare se i lavori sono stati fatti bene, se il sistema di smaltimento dell'acqua funziona oppure no».

Una verifica che consente di capire se i lavori sono stati fatti a regola d'arte. «Evidentemente continua Vecchione sono mancati, come accade per tante opere pubbliche, il controllo e la verifica finale».

La domanda che si ripete ciclicamente, amaramente, è sempre la stessa: chi controlla il controllore? Nessuno esercita la propria funzione in maniera corretta, nessuno verifica se il danno è stato provocato da chi ha realizzato il progetto o da chi lo ha eseguito. Chi è deputato a controllare rappresenta il committente che nel caso specifico è il Comune di Caserta, quindi al danno dei lavori fatti male si aggiunge la beffa del mancato controllo, della mancata verifica. Perché nel caso questa ci fosse stata allora la responsabilità sarebbe di chi deputato a tale verifica non è stato in grado di accorgersene. Da qualsiasi punto la si guarda la faccenda quelli che restano danneggiati sono, come sempre, i cittadini. Ci si chiede perché questo avviene.

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«I cittadini dovrebbero sentirsi parte in causa conclude l'ingegnere e dovrebbero imparare a chieder conto alle amministrazioni della qualità dei lavori svolti. Non è proprietà privata quella, ma proprietà pubblica. La prima azione da fare è rivolgersi direttamente a chi ha commissionato i lavori e chiedere conto del perché gli stessi sono stati fatti male e se c'è in corso un'azione di risarcimento. Nel caso di mancata risposta da parte dell'ente scatta il secondo step e ci si rivolge alla magistratura».
Certo è che anche la cittadinanza è assai distratta, così abituata alle lamentele ma poi poco concludente nelle azioni di protesta e di controllo. Questo non accade solo per i campetti Nike ma per tutte le opere cittadine, dalle strade colabrodo che sono impraticabili a distanza di pochi mesi dalla loro risistemazione (il caso più eclatante è quello della scorsa settimana in via Crispi dove a un mese di distanza dal rifacimento del manto si è aperta una voragine che ha ingoiato la ruota di un camion) ai marciapiedi, alla segnaletica, alle caditoie come quella del sottopasso di viale Ellittico.
 

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