Acquaviva, rione trappola
per pedoni e automobilisti

Acquaviva, rione trappola per pedoni e automobilisti
di Daniela Volpecina
Martedì 17 Maggio 2022, 08:20
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Il quartiere Acquaviva sogna e invoca una nuova stagione. E gli ultimi episodi sembrano rincuorare questa speranza. Le due visite del vescovo, monsignor Pietro Lagnese, la sua azione propulsiva nei confronti di Acer (l'Agenzia campana per l'edilizia regionale già ex Iacp) che ristrutturerà le case popolari di via Trento e di via Bari attraverso il superbonus 110%, i progetti Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare) annunciati dal sindaco Carlo Marino che prevedono, tra l'altro, il rifacimento di alcune strade del quartiere. Interventi attesi e accolti con entusiasmo che tuttavia vedranno la luce nell'arco dei prossimi due (probabilmente anche tre) anni. Nel frattempo però restano i disagi e i problemi. Quelli di tutti i giorni. Con i quali residenti e commercianti fanno i conti da anni. E per i quali chiedono al Comune un intervento immediato.

«Il rifacimento dei marciapiedi e la manutenzione ordinaria sono una priorità assoluta spiega Gaetano dello Startup Café di via Acquaviva non avete idea di quante persone inciampano continuamente a causa del basolato dissestato e delle buche. Soprattutto gli anziani. E poi la sporcizia. I pedoni devono fare lo slalom tra cartacce, rifiuti e deiezioni canine. E' inaudito». Fa discutere anche la segnaletica stradale divelta, assente, sbiadita o addirittura cancellata come per le strisce pedonali che in molti punti, soprattutto di sera, quasi non si vedono più.
«Qui c'è effettivamente anche un problema legato alla viabilità fa notare Matilde Pontillo che nel quartiere Acquaviva ha trascorso gran parte della sua vita non si rispettano le più elementari norme della circolazione stradale.

Nel tratto che collega via Montale con via Kennedy, per esempio, gli automobilisti ignorano ci sia il doppio senso di marcia e si rischiano incidenti ogni giorno. Ci vorrebbero più controlli da parte delle forze dell'ordine, se non addirittura un presidio fisso della Municipale. Un discorso analogo per i parcheggi. Premesso che gli unici posti auto disponibili, quando ci sono, sono quelli a pagamento, vale a dire quelli delineati dalle strisce blu, è anche vero che il quartiere è ostaggio della sosta selvaggia».

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Amalia, residente della zona, evidenzia invece un disagio legato ai trasporti: «Qui non ci sono più le fermate degli autobus dice e mezzi pubblici non se ne vedono mai. Impossibile, per chi non ha l'auto, spostarsi». «C'è un degrado diffuso racconta Antonio del Tabacchi di via Acquaviva basti pensare alle condizioni in cui versano gli alberi e il verde pubblico. Gli ultimi interventi di potatura e di manutenzione ordinaria risalgono probabilmente ad un anno e mezzo fa. Poi più nulla. Ho chiamato più volte il Comune per chiedere almeno di sfoltire i rami che, come vede, entrano nel negozio e nelle finestre delle abitazioni ma è stato tutto inutile. Tocca convivere con i disagi. A onor del vero c'è da dire però che spesso qui manca anche il senso civico. Non vengono rispettati gli orari di deposito dei sacchetti, i padroni dei cani non raccolgono i bisogni dei loro amici a quattro zampe, non c'è decoro urbano e questo contribuisce ad alimentare lo stato di abbandono nel quale ci troviamo».

L'elenco delle cose da fare, stilato dai cittadini del quartiere, è davvero lungo e contempla tra le altre anche l'eliminazione delle barriere architettoniche, il rifacimento del manto stradale, il ripristino delle villette chiuse, il restyling del sottopasso pedonale che collega via De Martino con via Ferrarecce e via Acquaviva, l'implementazione dei cestini e dell'arredo urbano. E ancora la videosorveglianza o in alternativa una presenza costante della polizia: «L'assenza di controlli penalizza tutti, non solo noi commercianti fa notare Mario, da 37 anni titolare di un negozio di calzature nella storica strada qui ci sono stati scippi e rapine. Quando fa buio queste strade fanno paura, soprattutto d'inverno. Vorremo sentirci più sicuri. Lo chiediamo da anni e invece non siamo assolutamente tutelati».
«L'auspicio ha concluso Antonio Iannone del comitato Città Viva', in prima fila con altre 16 associazioni per la rinascita del quartiere è che le voci dei cittadini vengano ascoltate e che si tenga conto delle loro istanze in vista dell'attivazione dei Pinqua per i quali il Ministero ha predisposto un finanziamento di quindici milioni di euro».

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