Altro che superbonus: la riqualificazione energetica e il recupero della vivibilità degli alloggi popolari dell’Acer (ex-Iacp), e pure quelli di proprietà del comune, è lasciata al caso mentre l’agibilità degli immobili è a rischio. Non avviati gli interventi di bonifica negli appartamenti assediati dall’umidità, dalle infiltrazioni d’acqua e dalle muffe. E soprattutto non completato il percorso pilota dell’efficientamento energetico. Occasione sprecata e altra cocente delusione per gli assegnatari di oltre 1.300 alloggi.
Degli otto i complessi immobiliari (sei in via Massa e via de Carlucci e due in via Feudo) inseriti nei progetti di efficientamento energetico, per un intervento complessivo che supera i 25 milioni di euro di importo, solo uno (in via de Carlucci) è approdato lentamente all’attesa ristrutturazione, riqualificazione funzionale e recupero dei servizi grazie a fondi europei. I plessi di via Massa e via de Carlucci invece sono inseriti negli interventi del bonus 110 per cento e sono ancora al palo. Mentre, presso le aree scelte e presso i plessi di via Serao (sottoposti a ristrutturazione da meno di un decennio) non è stato avviato il progetto finale di risanamento sanitario, manutenzione contro le infiltrazione dell’acqua, coibentazione e eliminazione delle muffe.
«Con questo spezzatino di intervento non coordinati si rischia di sprecare un’occasione unica per ammodernare davvero gli alloggi popolari - spiega Ciro Cortese (segretario provinciale del Sunia) - perché l’obiettivo non è solo l’efficientamento energetico ma difendere l’abitabilità degli appartamenti e la salubrità igienico-sanitaria. A che serve tutelare la solidità sismica o restituire dignità alle facciate se poi dentro le case non si può vivere o si vive male? La vera emergenza acuta è rappresentata dalle infiltrazioni d’acqua, tubature rotte, caldaie non funzionanti, barriere architettoniche, sottoservizi vetusti, facciate cadenti, isolamenti non funzionati, intonaci cadenti». Le segreterie provinciali di Sunia, Sicet-Cil, Uniat-Uil sparano a zero e denunciano l’operato dell’Acer e del comune: «Dietro alla logica degli interventi straordinari si nasconde la sospensione della manutenzione ordinaria che dura da oltre 20 anni e la perdurante assenza di servizi ordinari efficienti come la gestione di ascensori, illuminazione condominiale, gestione parti pubbliche e verde». Tutti sul banco degli imputati. Abitare in appartamenti divorati dall’umidità e convivere in spazi aggrediti dalla muffa e dalle perdite idriche è quasi impossibile. Situazioni documentate negli alloggi popolari di via Pardo, via de Carlucci, via Feudo. «Da assegnatario – testimonia Salvatore Di Iulio - di un alloggio in via Pardo ne occupo solo la metà perché viviamo e dormiamo solo in alcune stanze.