Altri due detenuti suicidi: 15 casi da gennaio

A Carinola disabile in carrozzella impiccato al termosifone della cella

Altri due detenuti suicidi quindici casi da gennaio
Altri due detenuti suicidi quindici casi da gennaio
Marilu Mustodi Marilù Musto
Domenica 4 Febbraio 2024, 22:57 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 18:17
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Si chiamava Carmine, aveva 58 anni e viveva in due prigioni: la prima, quella della sedia a rotelle. La seconda, fra le sbarre del carcere. Era disabile ed era rinchiuso nel reparto con 30 detenuti “sex offender”, Carmine. Durante la notte fra sabato e domenica si è tolto la vita impiccandosi con una cintura al termosifone della sua cella. Carmine è il quindicesimo detenuto suicida in un mese dall’inizio dell’anno, morto nello stesso giorno di un altro recluso a Montorio di Verona, un cittadino straniero, dimesso da qualche giorno dal reparto psichiatrico: si è impiccato anche lui.

«Di troppe speranze deluse si continua a morire in carcere», dice Samuele Ciambriello, portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti che continua: «La politica è indifferente, non c’è stato un solo intervento sul problema carceri, che umanità abbiamo di fronte? Si parla del caso di Ilaria Salis in catene in Ungheria, ma nessuno vede ciò che accade in casa nostra». La crudeltà della detenzione in Italia riesce, dunque, a strappare il triste primato di 15 morti fra le sbarre in un mese e quattro giorni. Mentre continuano a sovraffollarsi le carcere.

Unico intervento, incidentale, sul caso suicidi in cella è stato quello della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ieri a Teramo per il sostegno della candidatura alle regionali di Luciano D'Amico: «Anche oggi Nordio torna a parlare di riforme che vorrebbe fare, ma diciamoci la verità: questo governo da quando è arrivato sulla giustizia ha avuto un approccio da populismo penale - ha dichiarato -. Hanno inserito un sacco di reati e intanto oggi c'è stato un altro suicidio in carcere». Schlein ha poi spiegato che «è assurdo parlare di nuova edilizia carceraria senza capire che c'è un problema: che non si ricorre troppo sufficientemente dove ce ne sono i presupposti alle misure alternative». 

Solo in Campania, si sono tolti la vita quattro detenuti dall’inizio del 2024: tre nel carcere di Poggioreale e uno a Carinola. «Bisogna correre ai ripari per mettere fine alla “strage di Stato” ed assolvere alla prima funzione dello Stato di legalità che le deriva dall’avere in custodia vite umane», dice Aldo Di Giacomo, vicesegretario generale Osapp, sindacato della polizia penitenziaria. La verità è che esiste un confine labile fra l’idea del suicidio e la sua attuazione: «Se fuori non hai nessuno, dentro il carcere devi avere qualcuno o qualcosa a cui aggrapparti - continua il garante Ciambriello - invece mancano educatori e psicologi. Prendiamo Carmine, era una persona disabile, rinchiusa in cella, con una situazione difficile all’esterno. Quale speranza diamo di rieducazione a una persona come lui se in cella non trova nessuno con cui parlare?». 

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«Con Carinola - spiega ancora - c’è la conferma che i suicidi in carcere sono un problema che riguarda tutte le fasce di età, dai giovanissimi agli over 60, con quelli più frequenti tra gli under 40, con un numero elevato di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza ed evidenziano in modo più forte le gravi problematiche prima fra tutte il sovraffollamento. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l'irreparabile». E se il 2024 è iniziato male, nel corso del 2023 non si è andati meglio: sono stati 156 i tentativi di suicidio nelle carceri della Campania, ma soprattutto mancano 17 educatori, 2 articolazioni psichiatriche non sono funzionanti (Sant’Angelo dei Lombardi e Benevento) e mancano 480 agenti di Polizia penitenziaria a livello regionale.