Ammazzò e fece a pezzi un 25enne: ergastolo con 495 giorni di "sconto"

Ciro Guarente uccise per gelosia Vincenzo Ruggiero che era fidanzato con la transessuale Heven Grimaldi

Il ritrovamento del corpo della vittima
Il ritrovamento del corpo della vittima
di Biagio Salvati
Sabato 30 Settembre 2023, 08:48 - Ultimo agg. 17:37
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Nel 2017, in un appartamento di Aversa, uccise a colpi di pistola e fece a pezzi un giovane di 25 anni di Parete, ma lo scorso giugno, dopo sei anni di detenzione passati tra le carceri di Foggia, Matera, Santa Maria Capua Vetere e Napoli-Poggioreale dove è recluso da un anno, Ciro Guarente, 41 anni, ex cuoco ed ex sottufficiale della Marina Militare, originario di San Giorgio a Cremano, ha ottenuto dal magistrato di sorveglianza 495 giorni «a titolo di liberazione anticipata» perché «ha dato prova di partecipazione all'opera di rieducazione» nel corso della sua detenzione nelle varie case circondariali, ovvero una buona condotta. Una circostanza che si potrà forse avverare alla scadenza dei 26 anni di pena (in caso di liberazione condizionale e semilibertà), dal momento che anche la Cassazione ha confermato la pena dell'ergastolo, dopo il ricorso presentato dall'avvocato Dario Cuomo.

Vittima di Guarente fu un giovane, attivista gay, Vincenzo Ruggiero. A scatenare la furia omicida fu la gelosia: Vincenzo, commesso in un in un negozio del centro commerciale di Marcianise, era ospite, ad Aversa, in casa di Heven Grimaldi, fidanzata transessuale di Guarente e grande amica di Vincenzo. Guarente mal tollerava il feeling tra i due e, approfittando dell'assenza di Heven, che in quel periodo era in Puglia, uccise il ragazzo con un colpo di pistola nell'appartamento della ragazza, poi lo caricò in macchina in sacchi dell'immondizia e cercò di disfarsi del corpo riducendolo a pezzi e nascondendolo dentro un invaso in un garage delle palazzine popolari di Ponticelli.

Per giorni mentì a tutti. Ciro Guarente cercò di far credere alla fidanzata, alla famiglia e agli amici che Vincenzo era partito. Iniziarono gli appelli sulla rete e in tv.

E iniziarono anche le indagini. Il 27 luglio del 2017, il castello di bugie costruito da Guarente crollò di colpo. I carabinieri acquisirono i video in cui lo si vedeva caricare in macchina i sacchi neri. Fu interrogato, dopo giorni di resistenza ammise in parte ciò che era successo, mentì ancora, ma intanto la Procura di Napoli Nord aveva già ricostruito il quadro.

Video

Iniziarono gli scavi a Ponticelli, dove vennero a galla parte dei resti martoriati del corpo di Vincenzo. I resti furono ritrovati dai carabinieri sotto un massetto di cemento, nel punto dove solitamente c'era il cane da guardia, ma qualche frammento osseo della testa e di un braccio non fu mai rinvenuto.
Movente, luogo del delitto ed anche la qualifica dell'omicida, hanno similitudini con l'omicidio commesso dal militare dell'Esercito di Parete che ieri ha confessato di avere ucciso a coltellate lo spacciatore di Aversa.
 

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