Camorra e ditte colluse: due interdittive antimafia

Colpiti un noto bar e una ditta di San Marco Evangelista

La sede del Tar
La sede del Tar
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 20 Luglio 2023, 08:36 - Ultimo agg. 17:14
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Interdittive antimafia piovono sulla provincia di Caserta: dall'azienda "Gran Caffè Appia" di Francolise (riconducibile alla famiglia Vitale) alla Edil.ca San Marco srl con sede a San Marco Evangelista. Le imprese sono state "cancellate" dalla White list delle Prefettura di Caserta: si tratta di aziende considerate nell'orbita della camorra. L'ufficio territoriale di Governo di piazza Vanvitelli (Caserta) guidato da Giuseppe Castaldo accende i riflettori sulle imprese dell'intera provincia: si tratta di provvedimenti essenziali in un territorio caratterizzato da una forte presenza della criminalità organizzata, messi in atto grazie agli approfondimenti dei carabinieri del comando provinciale di Caserta.

In un periodo in cui di malavita non si parla più, arriva come un fulmine un netto rigetto, da parte del tribunale amministrativo della Campania, del ricorso presentato dai gestori del Gran Caffè Appia fra Sparanise e Grazzanise, considerati in strettissimi rapporti con il gruppo camorristico locale.

I giudici del Tar Campania - presidente Vincenzo Salamone, a latere Gianmarco Palliggiano e Giuseppe Esposito - nella sentenza hanno dichiarato: «Il rigetto si mostra adeguatamente fondato sul rapporto parentale del legale rappresentante (dell'impresa), il cui padre ha intrattenuto significativi rapporti con esponenti di clan camorristici in relazione a vicende sintomatiche dell'esposizione ai voleri della criminalità organizzata. Il legame parentale costituisce indizio di pericolo di condizionamento criminoso, per l'incidenza del capofamiglia, ma anche per le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni telefoniche» nei confronti delle società della famiglia di Pasquale Vitale, originaria di Villa di Briano, ma ormai da decenni trapiantata a Sparanise. E la famiglia Vitale sarebbe stata anche strettamente legata a una società che univa gli interessi dell'ex vicesindaco di Sparanise e consigliere del CdA del Consorzio idrico Terra di Lavoro, Vitaliano Ferrara e quelli proprio di Albino e Pasquale Vitale.

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L'ipotesi di una interdittiva Antimafia nei confronti del Gran Caffè Appia era stata avanzata dall'Anac, dalla Prefettura di Caserta e dai carabinieri del comando provinciale di Caserta. Il legame con ambienti politici aveva fatto il resto, restando però nell'ombra a lungo, fino allo "scoppio" della prima interdittiva risalente a qualche mese fa.
Storia diversa per l'azienda che "confeziona" calcestruzzo di San Marco Evangelista, formalmente nelle mani di due persone, ma di fatto con l'influenza di Angelo Pontillo (già noto alle forze dell'ordine per i rapporti con cartelli criminali) e del figlio.

In realtà, dagli atti emerge che l'amministratore unico e socio titolare dell'azienda Edil.ca San Marco srl (al 95 per cento del capitale) risulta essere Francesco Ciaramella e (per il 5 per cento) Luigi Ciaramella, ma gli accertamenti dei carabinieri hanno fatto emergere un'altra verità. Angelo Pontillo, 56 anni originario di Capodrise, già condannato per usura, secondo la Procura, attraverso la Cocem (vecchia azienda di calcestruzzo), avrebbe favorito il clan Belforte di Marcianise.

Un accordo del quale a sua volta beneficiava prevalendo sulle ditte concorrenti. A svelare il retroscena della intestazione della ditta sarebbe stato un dipendente della società che produce cemento, R.V., il quale avrebbe confessato: «Ho caricato nove metri cubi di calcestruzzo che ho trasportato a Santa Maria Capua Vetere sul cantiere di proprietà di un sacerdote (...) Ciaramella lavora con Angelo e Giovanni Pontillo».

E così, Angelo Pontillo, dopo aver subito la confisca di sei milioni di euro, disposta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si era reinserito nel mercato del cemento attraverso la Edil.ca. Ma la scoperta dei carabinieri di Caserta ha stroncato il business.
 

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