Casal di Principe: accoltellato alla gola, è giallo sull'aggressione

Decisivo l'intervento di un'ambulanza
Decisivo l'intervento di un'ambulanza
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 10 Agosto 2023, 07:56 - Ultimo agg. 15:46
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Ha una linea profonda che parte dal viso e arriva al collo. Chi lo ha accoltellato voleva uccidere: un cittadino marocchino di 35 anni è stato soccorso e salvato in tempo dai medici del 118 di Aversa, la notte fra martedì e mercoledì fra Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa. Da ieri, l'uomo è ricoverato all'ospedale "San Giuseppe Moscati" di Aversa, ma non sembra essere in pericolo di vita. S'indaga per lesioni gravissime e si scava nella sua vita privata. Un dubbio però assale gli inquirenti: chi lo ha ridotto in questo stato? Il cittadino marocchino è stato già interrogato dagli agenti del commissariato di Casal di Principe che hanno aperto un fascicolo sul caso, memori dell'accoltellamento di un mese e mezzo fa di un giovane di Villa Literno, ucciso barbaramente davanti a un bar in piazza Villa a Casale. L'omicida reo confesso è Anass Saaoud, l'idraulico di origini marocchine anche lui. Sembrerebbe, però, che l'episodio dell'altra notte non sia legato alla morte del 17enne Giuseppe Turco, su cui le indagini sono ancora aperte. Il marocchino 35enne non è stato però di grande aiuto agli inquirenti: non ha fornito alla polizia elementi utili per svelare il movente dell'accoltellamento né l'identità dell'accoltellatore.

Le indagini stanno andando avanti: interrogati alcuni esponenti della comunità marocchina a Casal di Principe, la stessa interrogata in un'altra inchiesta parallela: quella della donna (marocchina anche lei) accusata di infanticidio per aver abortito al quinto mese di gravidanza in maniera illegale. Una zona difficile, la linea di confine fra San Cipriano e Casale. La Prefettura di Caserta un mese fa lanciò una sfida contro le scorribande: «Ci saranno controlli mirati in piazza Villa a Casal di Principe, ma non solo questo. Non lasceremo campo libero ai violenti». Fu il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo a coordinare un Comitato di ordine e sicurezza con la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza di Caserta. Manca però la cultura della pace. Al prefetto un mese fa si unì l'appello del padre di Giuseppe, la vittima di Anass ucciso a coltellate a luglio a Casale: «La mia famiglia chiede giustizia, lotteremo con tutte le nostre forze», disse papà Raffaele. C'è da dire, però, che un ruolo fondamentale per la "sfida" ai violenti è giocato dai sindaci di Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna e Villa Literno.

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In realtà, nel caso del ferimento del marocchino la notte scorsa, le telecamere potrebbero giocare un ruolo fondamentale. Intanto, a un mese dall'omicidio di Giuseppe Turco (il 17enne ammazzato con 8 colpi di pugnale) l'omicida Anass è stato trasferito nel carcere di Viterbo per motivi di ordine pubblico. Difeso dall'avvocato Mirella Baldascino, il ragazzo è ora sotto osservazione. Solo 15 giorni fa la polizia penitenziaria aveva spiegato che - portato Anass per la seconda volta in ospedale per aver ingerito candeggina - l'ambulanza era stata circondata da conoscenti e amici del ragazzo, al punto che era poi tornata indietro per poi essere dirottata in un altro nosocomio. Ora è a Viterbo, richiuso in un altro carcere, mentre la famiglia di Giuseppe e i legali difensori aspettano con ansia l'esito dell'esame autoptico che dovrebbe essere disponibile nei prossimi giorni.

Mentre si chiude un'indagine se ne apre un'altra: quella sul nuovo accoltellamento della notte scorsa al marocchino. «È successo al confine con San Cipriano», è il commento del sindaco di Casale, Renato Natale. «Spero che questa spirale di violenza termini in prima possibile», ha concluso. 

 

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