Elettrodotto nel Casertano, via libera al nuovo tracciato ma con cavi interrati

Terna: «L'intervento da 10 milioni migliorerà l'efficienza della rete»

I tralicci dell'elettrodotto
I tralicci dell'elettrodotto
di Giuseppe Miretto
Venerdì 5 Maggio 2023, 08:47 - Ultimo agg. 13:16
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L'elettrodotto Matera-Santa Sofia torna a far discutere. La conurbazione casertana, ovvero la "città continua" da Maddaloni a Caserta fino a Santa Maria Capua Vetere, ha bisogno del potenziamento urgente delle rete elettrica. È necessario per «far fronte ai carichi di energia» sia per uso domestico che industriale. Per questo, sarà costruito e subito messo in esercizio entro il 2025 un nuovo elettrodotto per dare risposte a oltre 300mila abitanti e numerosi insediamenti produttivi.

Si tratta di sette chilometri dalla stazione "Santa Sofia", cioè dal terminale italiano dell'impianto (380 mila volts) che importa energia elettrica dalla Grecia fino alla periferia sud di Maddaloni (area via Cancello). Dalla stazione elettrica sarà derivata una cabina primaria, denominata "Saint Gobain" che sorgerà nel territorio di Caserta ma al ridosso del confine tra i due comuni. Non serve solo il potenziamento del trasporto di energia ma un «incremento della magliatura della rete» ovvero un innalzamento degli standard di interconnessione del sistema di distribuzione. Sono tre i grandi obiettivi di Terna: aumentare l'affidabilità del servizio elettrico erogato, innalzare il livello di sicurezza e garantire prestazioni anche nel caso di eventi che possano compromettere il funzionamento della rete.

Tanto premesso, il Ministero dell'Ambiente ha autorizzato la costruzione di un nuovo impianto da 150mila volt. Ma il fatto nuovo è che scompariranno i temuti cavi aerei che hanno scatenato, 17 anni fa, forti contestazioni. Infatti, investendo 10 milioni di euro, Terna realizzerà sette chilometri di cavi interrati isolati (tecnologia Xlpe) di ultima generazione capaci di minimizzare l'impatto ambientale, azzerare l'effetto dei campi indotti e non interferire con le infrastrutture esistenti. Una rivoluzione tecnologica non trascurabile che ha prodotto già i primi effetti. Non si è rimesso in moto il fronte del no. Il Comune di Maddaloni, ad esempio, chiede solo trasparenza e concertazione. «Non è più il tempo dell'avversione ideologica dice il sindaco Andrea De Filippo - pretendiamo però di partecipare alle scelte progettuali, di ottenere il massimo della mitigazione dell'impatto ambientale, di decidere quali arterie comunali debbono essere coinvolte e soprattutto avere garanzie di ristoro e ripristino integrale dello stato dei luoghi».

L'elettrodotto infatti seguirà lo sviluppo del tracciato delle principali arterie stradali.

Nel territorio di Maddaloni saranno coinvolti oltre 120 privati, proprietari di fondi privati. Meno di 20 saranno interessati nel territorio di Caserta. Il principale interlocutore resta il Comune di Maddaloni. Di massima, il tracciato di svilupperà quasi per intero lungo via Calabricito, via Ficucella (area accesso Interporto Sud Europa), via Forche Caudine, via Libertà, via Appia fino ad arrivare all'area Saint Gobain utilizzando terreni si quali sarà posto solo il vincolo di servitù di elettrodotto. «L'esperienza devastante conclude De Filippo - della posa in opera della fibra ottica, ha portato a strade distrutte e mai riportate allo stato originario. Puntiamo a minimizzare l'interferenza con il traffico veicolare». Il Comune punta sull'equazione: via libera i lavori in cambio di strade riqualificate. Niente barricate, solo ristori.

«La nostra filosofia dice Giuseppe Riccio, agricoltore della Confederazione italiana coltivatori campani - non è ostacolare lo sviluppo ma tutelare il territorio come è successo con il metanodotto Strettola-Maddaloni, il casello autostradale sull'A30, la Napoli-Bari. Ma se si vorranno calare d'alto ignorando gli agricoltori di Caserta e Maddaloni ci metteremo di traverso». Tutto verte sulle compensazioni: con quelle della linea Napoli-Bari, l'ente locale ha ottenuto la ripavimentazione di parte di via Forche Caudine e anche dell'Appia. Molto cauti invece gli ambientalisti. «Finalmente dice Giancarlo Liccardo, tecnico ambientale e ex presidente della Consulta dell'Ambiente - spariscono i micidiali cavi aerei come quelli realizzati lungo la direttrice "Maddaloni-Airola, via Durazzano". Si parla molto di eventi climatici estremi e della necessità di incrementare la capacità di reazione del sistema elettrico. Si parla molto meno o per nulla di quanto l'elettrodotto interrato azzeri o riduca gli effetti dell'esposizione dei campi elettromagnetici. Serve una campagna di comunicazione che illustri l'impatto ambientale sulle strade di Maddaloni o nei campi agricoli che porteranno l'impianto da Maddaloni fino alla periferia di Caserta».
 

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