Caserta, la mensa scolastica è in tilt
l'ira dei genitori: noi ispettori

Caserta, la mensa scolastica è in tilt l'ira dei genitori: noi ispettori
di Daniela Volpecina
Giovedì 18 Novembre 2021, 07:32
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Seconda settimana di disagi per i bambini che beneficiano della ristorazione scolastica a Caserta e nelle frazioni. Superati i problemi legati al ritardo nella consegna dei pasti, a preoccupare i genitori ora sono le modalità di somministrazione, le inefficienze legate al servizio e il mancato rispetto del menu. Tra le mamme c'è chi propone di sottoscrivere una petizione indirizzata al Comune e chi invece insiste per un sit-in di protesta in piazza Vanvitelli, ma c'è anche chi chiede di poter visionare il centro cottura e chi esige un incontro immediato con i referenti della società che gestisce la mensa e l'amministrazione comunale.

«E' inammissibile spiega Gioacchino Surdi, presidente del Consiglio di Istituto della scuola Don Milani, che conta circa dieci plessi e migliaia di studenti che a distanza di due settimane non sia ancora stata convocata la commissione comunale per la refezione scolastica.

Abbiamo il diritto di ottenere delle risposte su ciò che non sta funzionando e soprattutto garanzie sul proseguo del servizio. Stiamo assistendo ad una situazione inverosimile. Hanno chiesto addirittura agli scolari di portarsi le posate da casa. Una richiesta assurda per i bambini dell'infanzia e anche per quelli della primaria. Nei giorni scorsi hanno preteso addirittura che questi bambini aprissero da soli le scatolette di tonno. Così come è assolutamente improponibile, in tempi di emergenza Covid, scodellare in classe. Non comprendiamo poi i motivi che hanno spinto l'amministrazione comunale a sostituire le porzioni monodose con un unico pentolone che deve fare il giro delle classi. Su questo e tanto altro prima o poi dovranno fornire una risposta. Questi bambini hanno diritto ad avere almeno un servizio discreto. Se non otterremo risposte in tempi brevi, ci rivolgeremo al prefetto».

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Molti genitori contestano poi la qualità dei cibi e la mancanza di corrispondenza tra ciò che è indicato nel menu e ciò che invece viene effettivamente servito a scuola. «Spesso si tratta dello stesso tipo di alimento proposto per più giorni consecutivi». Lamentano alcune mamme in una delle chat appositamente create per discutere di questo argomento. «Eppure, a inizio anno scolastico, ci avevano garantito che sarebbero state rispettate le specifiche richieste legate a comprovate situazioni patologiche e o a intolleranze alimentari e ad esigenze etiche ed etnico-religiose».
«Al circolo didattico della De Amicis fa notare la presidente del Consiglio di Istituto, Antonietta Vigliotta stiamo valutando di istituire una commissione mensa ad hoc della quale farebbero parte una rappresentanza dei genitori dell'infanzia e della primaria, oltre ad un membro della giunta comunale e della società affidataria per esercitare un controllo e un monitoraggio costanti ma anche e soprattutto per interfacciarsi con i gestori del servizio e fornire loro un feedback quotidiano visto che sulla App realizzata per la prenotazione dei pasti non è possibile inserire commenti ed eventuali richieste e neanche chiedere il rimborso per i pasti pagati in anticipo e dei quali i bambini non hanno eventualmente usufruito. E' pur vero conclude Vigliotta che la ditta ha garantito di potenziare il servizio nelle prossime settimane, implementando il personale e le attrezzatture (scodellatrici e carrelli in primis) ma ciò risolverebbe solo una parte dei problemi ma non sanerebbe la situazione nel suo complesso».

A protestare infine ci sono anche molte docenti costrette a svolgere mansioni che non rientrerebbero nelle loro competenze. In alcuni dei video girati dai genitori si vedono infatti maestre intente a distribuire i pasti e in qualche caso anche a fare le porzioni.
 

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