Caserta, arriva Mattarella a Palazzo. La denuncia: «Poco feeling tra Reggia e casertani»

Le voci degli intellettuali sul rapporto con la comunità

Mattarella arriva alla Reggia
Mattarella arriva alla Reggia
di Lidia Luberto
Lunedì 26 Febbraio 2024, 08:24
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Saranno definiti oggi i dettagli della visita a Caserta del Presidente della Repubblica. In mattinata sono, infatti, attesi in città i responsabili del cerimoniale del Quirinale, che, insieme ai rappresentanti delle istituzioni locali stabiliranno tappe, orari, modalità e incontri del capo dello Stato. Intanto, è tutto pronto alla Reggia per accogliere Mattarella che taglierà il nastro nell'ala del Palazzo reale appena terminata. Anche nei giardini, dove, se le condizioni metereologiche lo permetteranno, il Presidente dovrebbe recarsi, sono terminati gli interventi («già iniziati ancor prima che sapessimo della visita presidenziale», precisano dalla Reggia) e sono più belle grazie alle fioriture appena cominciate.

Comunque, l'effetto Mattarella continua e sembra essere riuscito a scuotere, almeno per ora, la “città distratta”. «La visita del Presidente della Repubblica ovviamente è benvenuta, l'immagine dei monumenti e dei siti di interesse artistico si rinnova e si moltiplica anche grazie a visite come queste. Fin qui la questione pubblicità e qui la finirei», dice Antonio Pascale, scrittore casertano che, con il libro intitolato proprio “La città distratta”, ebbe il suo primo successo letterario. «Non so, infatti, se questi spot poi servono davvero a ripensare l'uso della Reggia rispetto alla città di Caserta.

Sono anni che se ne parla e senza novità.Gli architetti, gli storici dell'arte l'hanno spiegato per bene, la Reggia non è di Caserta, nemmeno per Caserta, è un monumento a sé stante, molto bello, soprattutto per l'architettura dei giardini (il corpo monumentale con la sua simmetrica, regale e maestoso, non è troppo entusiasmante) che esclude la città. Tra l'altro è esperienza diffusa che i casertani non usino la Reggia, magari vi portano in visita i parenti o qualcuno ci va a correre, di certo non è un rapporto vivo, nemmeno ha prodotto nel tempo una riflessione speculare sulla città, ovvero come utilizzare il sito per migliorare la città o al contrario come utilizzare la città per migliorare il monumento. Comunque - conclude Pascale - giovedì sarà un giorno di festa, quindi, godiamocela, la festa, dico, poi per la Reggia si vedrà».

Tony Laudadio, attore e scrittore casertano, considera la visita di Mattarella, come «un'importante attenzione istituzionale al patrimonio del territorio e un'occasione unica per parlare dello stato dell'arte ma soprattutto per far crescere, negli stessi casertani, la consapevolezza di avere un patrimonio culturale di tale portata. Ed è questo che fa la differenza», sottolinea. «Come casertani - spiega Laudadio - abbiamo un monumento che trascina con sé una serie di possibilità culturali che il mondo ci invidia e noi, invece, quasi non sembriamo accorgerci di tanta ricchezza. Dunque, credo che l'evento possa contribuire ad accrescere questa consapevolezza, il primo passo per sviluppare un discorso che diventi sempre più ampio. In fondo, è la stessa premessa da cui tanti talenti casertani hanno preso ispirazione per intraprendere una carriera, una professione, un impegno nel mondo della cultura, della scrittura, dello spettacolo. Dunque, un benvenuto al Presidente, l'ancora di salvezza, per sensibilità, equilibrio e coerenza, di cui c'è oggi particolarmente bisogno».

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Per Giuseppe De Nitto, intellettuale raffinato e studioso di Vanvitelli, la venuta del capo dello Stato appare anche come un atto di omaggio alla genialità dell'architetto. Una sorta di lezione per ciò che la stessa città di Caserta non ha mai fatto per chi, con la sua opera, le ha dato lustro e fama. «Non abbiamo fatto molto negli ultimi anni per Vanvitelli - dice, infatti, De Nitto - la città è stata molto avara con lui. Quest'anno, però, grazie al ciclo di manifestazioni che sono state organizzate in occasione del 250esimo anniversario della sua scomparsa, Vanvitelli è tornato in auge, se ne è parlato dovunque, riconoscendone il valore. Così, leggo la venuta del Presidente come la chiusura più solenne di questo anno a lui dedicato e al quale hanno dato un considerevole contributo, oltre alla Reggia che ha organizzato le celebrazioni, anche associazioni, istituzioni e studiosi, spesso con attenti lavori, come quello curato da Nando Astarita che, con dovizia di particolari e di documenti, ha confutato false convinzioni e confermato dati e notizie prima non verificate. Insomma quest'anno di Vanvitelli si è parlato tantissimo, ora la speranza è che si continui a farlo».

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