Contatore vecchio, bollette sbagliate utente fa causa e ottiene i rimborsi

L'uomo ha avuto indietro la somma di 3mila euro

La sede del Comune
La sede del Comune
di Nicola Rosselli
Sabato 30 Dicembre 2023, 08:29 - Ultimo agg. 16:34
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Nuova sconfitta del Comune di Aversa in tema di canoni idrici. Quasi otto anni fa, a un utente avevano sostituito il contatore dei consumi idrici, ma continuavano ad arrivare a casa sua sempre richieste di pagamento su consumi presunti facenti capo al vecchio contatore, sino a quando non si è accorto di star pagando somme non dovute e ha citato il Comune di Aversa in giudizio per farsi restituire le somme versate in più, dopo aver tentato di ottenere le somme in via bonaria. E così, i magistrati del tribunale di Napoli Nord gli hanno dato ragione riconoscendo il diritto del protagonista, un dirigente dell'Asl in pensione, L.B., difeso dall'avvocato Fabio Roselli, a vedersi restituire poco più di tremila euro oltre gli interessi legali con la condanna a duemila euro di spese di giustizia.

Una sentenza che conferma, una volta di più, la superficialità con la quale è stato gestito in questi anni il servizio idrico cittadino che da decenni è stato considerato una sorta di cenerentola incamerando solo perdite per centinaia e centinaia di migliaia di euro e provocando disastri nei già claudicanti conti del comune normanno.

Non a caso, questa decisione giunge all'indomani di altre decisioni che hanno visto annullare bollette di canoni idrici per prescrizione del credito. L'11 marzo del 2016, i tecnici dell'Ufficio Acquedotto dell'ente avevano provveduto, dapprima, alla rimozione del contatore a cui si riferivano i consumi fatturati impropriamente e addebitati al ricorrente e, poi, alla sostituzione dello stesso con un nuovo misuratore. Il Comune, tuttavia, non ha provveduto alla tempestiva rettifica e voltura sul nuovo contatore in uso al ricorrente, continuando a inoltrare all'utente fatture, dalla data del cambio sino al 2023, per presunti consumi rilevati dal misuratore ormai non più in funzione (inattivo) e dismesso.

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Il ricorrente, quindi, come riconosciuto dal tribunale aversano, ha pagato all'ente locale delle somme per consumi inesistenti e ingiustificati per un totale di poco più di tremila euro. Da qui, la richiesta di restituzione di quanto indebitamente versato e che, nonostante le richieste bonarie del cittadino, non erano state restituite e la conseguente emissione delle fatture sulla base dei consumi reali. Nella causa, il Comune di Aversa, nonostante la rituale notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza, non si è costituito ed è stato, quindi, dichiarato contumace e, al termine del giudizio, condannato alla restituzione di quanto indebitamente incamerato. 

 

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