I segreti del clan Schiavone-Bidognetti svelati da D'Angelo

Il cognato del boss era incensurato prima di finire nella retata

Katia Bidognetti
Katia Bidognetti
di Biagio Salvati
Martedì 6 Dicembre 2022, 08:18 - Ultimo agg. 08:29
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Un anno fa, nel dicembre del 2021, Vincenzo D'Angelo genero del boss Bidognetti, neo pentito da qualche settimana affrontava il tema dei collaboratori di giustizia discutendo Ivanohe Schiavone, uno dei figli di Francesco Schiavone detto «Sandokan» mentre era a bordo di un'auto intercettata con alcune microspie ambientali. La circostanza emerge dall'ordinanza degli ultimi arresti a carico del gruppo Bidognetti e nella conversazione tra i due emerge anche una condivisione di interessi tra la famiglia Bidognetti e Schiavone, pur mantenendo la propria indipendenza.

Non è chiaro se già un anno fa D'Angelo avesse in mente di «saltare il fosso», anche perché essendo incensurato, non è chiaro quali episodi possa svelare agli 007 della Procura antimafia. In ogni caso, vivendo nella famiglia dei Bidognetti e indicato come il «messaggero» di notizie prese e portate nel carcere dove è detenuto «Cicciotto» potrebbe conoscere fatti non ancora svelati. D'Angelo e Ivanohe Schiavone parlano e commentano di alcuni personaggi che si sono «buttati a pentito», ma il figlio di Sandokan precisa che lui non giudica ma comprende (citando il caso del fratello Nicola, da qualche anno sotto protezione con la madre). Una situazione analoga anche nella famiglia Bidognetti, dove a oggi risultano collaboratori di giustizia l'ex compagna di Bidognetti «Cicciotto», Anna Carrino, il cugino Domenico e il figlio Raffaele «o'puffo». D'Angelo, pentito dell'ultima ora, nella conversazione intercettata con Schiavone Jr racconta dei metodi per fare entrare telefoni e schede in carcere, della «irriconoscenza» di alcuni imprenditori che si sarebbero arricchiti grazie ai camorristi poi finiti in carcere e delle incomprensioni con il cognato Gianluca (in carcere), fratello della moglie Teresa.

Avrà davvero nuovi episodi da svelare agli inquirenti D'Angelo? Avrà sei mesi di tempo per dire tutto (ma spesso i tempi subiscono proroghe). Per motivi di opportunità, così come avviene in questi casi delicati e a rischio, la revoca ufficiale del suo legale di fiducia non è ancora stata formalizzata ma il pentimento di «biscottino» (così è soprannominato D'Angelo) era diventato pubblico in paese già la scorsa settimana per uno strano allontanamento dei familiari dalle proprie abitazioni, appena dopo il blitz del 22 novembre. Sembra che già qualche giorno dopo gli interrogatori (davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere), avrebbe prospettato alla Dda di voler vuotare il sacco. Gli arresti avevano coinvolto, oltre Teresa (ai domiciliari), anche l'altra figlia di Bidognetti, Katia, arrestata nella residenza di Formia dove si era trasferita e dove insieme alla sorella avrebbe proseguito a percepire proventi dal clan, come ipotizzato dalla Dda.

Su di loro ora potrebbe fare luce proprio il neo pentito Vincenzo D'Angelo.

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Domenico Bidognetti e Anna Carrino, rispettivamente cugino ed ex compagna di Cicciotto, dopo le loro decisione di collaborare con la giustizia hanno avuto anche momenti di celebrità: il primo, detto «bruttaccione», fu destinatario di una vendetta trasversale. Il boss Setola, che voleva eliminare proprio Domenico Bidognetti, ripiegò sul padre Umberto ucciso per vendetta trasversale ma «bruttaccione» in una intervista al Tg1 annunciò di voler proseguire sulla strada intrapresa della collaborazione. Poco meno di un anno e mezzo fa, Anna Carrino, invece, condannata a soli 16 anni per omicidio, intervistata durante la trasmissione Belve su RaiDue, parlò di «modi bellissimi di Francesco Bidognetti, che l'affascinavano, sottolineando che con lei non era mai stato cattivo e che non era stata sedotta dalla bella vita che conduceva».
 

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