Imu e Tari, cartelle pazze a Mondragone: la rivolta dei contribuenti

Bollette di anni precedenti per il 40% di famiglie e imprese

Il municipio di Mondragone
Il municipio di Mondragone
di Pierluigi Benvenuti
Lunedì 9 Gennaio 2023, 08:16
3 Minuti di Lettura

Scoppia la polemica delle cartelle esattoriali pazze. Si tratta delle migliaia di avvisi di accertamenti recapitati nelle case di contribuenti in questi primi giorni del nuovo anno e relativi ai tributi locali, cioè l'imposta sugli immobili e la tassa sui rifiuti. Si parla di almeno seimila accertamenti relativi agli anni dal 2017 in poi ed in molti casi palesemente errati. Sarebbero interessate almeno il quaranta per cento delle famiglie e degli imprenditori mondragonesi.
Un controllo a tappeto, insomma, giustificato dall'alto numero di evasori ma con una percentuale di errore e di casi contestabili da far sospettare che ci sia stata, nella preparazione degli avvisi, perlomeno una grande componente di improvvisazione e superficialità.

Numerosi nuclei familiari hanno ricevuto accertamenti fiscali per degli anni durante i quali non vivevano in quella abitazione o l'immobile in oggetto non era neanche stato costruito o non era di loro proprietà.

Altri si sono visti arrivare avvisi in cui si fa riferimento a un nucleo familiare composto da un determinato numero di persone quando l'ultimo dei componenti è nato anni dopo quello oggetto dell'imposizione. Altri si sono visti richiedere somme già versate o importi non dovuti, ad esempio ai fini IMU, perché gli immobili erano gravati da un diritto di abitazione a favore di altri familiari. Tassati anche componenti del medesimo nucleo familiare oppure minorenni che vivono ancora con i genitori.

«È una situazione intollerabile e inconcepibile», si lamentano i cittadini. La responsabilità di quanto sta accadendo è della società incaricata dal Comune, già da due anni fa, di riscuotere i tributi locali arretrati e di stanare gli evasori. Il contrasto all'evasione e l'incasso dei ruoli in arretrato sono due elementi essenziali del piano di risanamento dei conti dell'ente, come confermato anche dal bilancio di previsione. La domanda è su quale banca dati stia lavorando la società e se i suoi addetti abbiano le competenze per interpretare le informazioni. Ed un'altra domanda merita risposta: la società è pagata in base al notificato o all'incassato? I contribuenti sono costretti a sperare in un annullamento in autotutela ma i tempi di attesa per un appuntamento sono arrivati ad un mese. Cresce la rabbia dei cittadini e monta perciò la polemica politica. La sezione cittadina di Fratelli d'Italia ha lanciato l'hastag #assessoreMascolodimettiti per chiedere le dimissioni del delegato al Bilancio e alle Finanze ritenuto, insieme con il sindaco Francesco Lavanga, il responsabile politico della scelta di esternalizzare il servizio.

«L'esordio è stato pessimo. L'aspetto maggiormente inquietante della vicenda è veder richiedere il pagamento a chi ha già pagato o a chi non è tenuto a farlo. Com'è pensabile che la società incaricata non sappia chi deve pagare e invia, invece, avvisi a tutti?», si legge in una nota diffusa dai meloniani. Per Fratelli d'Italia, ma è un sospetto comune a tanti cittadini, c'è una sola risposta possibile: «Potrebbe essere in atto un vero e proprio tentativo di pesca a strascico, cioè il tentativo di scippare soldi a chi, iniziando dagli anziani, non trovando le ricevute attestanti l'avvenuto pagamento, pagheranno nuovamente nel timore che l'azione di rivalsa prenda di mira la loro abitazione. Se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi male», conclude la nota.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA