Morto Giuseppe Di Maio, addio al prof che fondò il polo scientifico alla Vanvitelli

L'ultimo saluto nella chiesa di Sant'Antonio, a corso Giannone

Giuseppe Di Maio
Giuseppe Di Maio
di Nadia Verdile
Lunedì 24 Luglio 2023, 10:00
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Nella chiesa di Sant'Antonio, a corso Giannone, l'ultimo saluto, ieri mattina, al professore Giuseppe Di Maio, per tutti Peppe. Aveva 77 anni. Originario di Benevento era casertano di adozione. Era stato ordinario di Geometria all'Università Vanvitelli, nel Dipartimento di Matematica e Fisica che con lui era nato undici anni fa e che prima era solo di Matematica e lo aveva visto tra i fondatori. Si era laureato in Matematica alla Federico II nel 1969, docente universitario alla Sun e poi Vanvitelli dal gennaio 1992 all'ottobre 2014. 

«Per noi del mondo accademico e del Dipartimento - dice il direttore Lucio Gialanella - è una grande perdita.

Era ormai in pensione ma i suoi studi hanno avuto e continuano ad avere un grande valore scientifico. Stamattina (ieri ndr) in chiesa, con me, c'erano tanti colleghi del dipartimento e dell'ateneo e questo dimostra la traccia profonda che il suo impegno, la sua didattica e la sua umanità hanno lasciato. Per noi è stato un padre fondatore. Un'eccellenza scientifica coniugata ad una grande umanità».

Forte lo smarrimento di quanti l'avevano conosciuto, di quanti lo avevano amato. «Il professore Di Maio - ha detto Pio Forlani che in chiesa ha salutato l'amico di sempre -, che aveva conosciuto i grandi matematici e fisici italiani del secondo dopoguerra, viveva con umiltà e responsabilità la sua missione di docente universitario; fu tra i fondatori del Polo Scientifico di Caserta dell'Università Vanvitelli ma nella sua vita ci fu anche l'impegno canoro di corista, condotto con eccellenza negli ultimi anni, che gli aveva dato soddisfazioni quasi corrispondenti, per intensità, a quelle ricevute in campo scientifico. I figli Titti e Steni sapranno portare avanti i valori sostenuti da Peppe, voglio ricordarlo così, primo tra i quali la lotta alle diseguaglianze per una giustizia sociale vera». 

La sua voce da basso era nell'Ensemble Vocale di Napoli, formazione corale da camera specializzata nell'interpretazione della musica corale dal medioevo ai giorni nostri.

«A Peppe - dice Emilia Mastrangelo - mi legava un'amicizia lunga una vita e che comprendeva la sua amatissima Brunella, amica d'infanzia e di origini territoriali, i suoi figli, cresciuti insieme alla mia, perciò la sua improvvisa scomparsa mi provoca un dolore indicibile. Resta l'esempio di un professionista impareggiabile per competenza, dedizione al lavoro e continuità di studi. Resta la sua testimonianza di straordinaria ricchezza umana e di autenticità affettiva. I ricordi più belli sono legati alle feste condivise, alle corse per seguire i bambini ora cresciuti, il suo orgoglio di padre nel vederli al top dell'affermazione professionale, le sue passioni, la politica, il canto ed il suo disincanto, le sue curiosità, i suoi studi, anche le sue delusioni che sapeva mascherare sotto un velo di sottile ironia».

Con la voce roca per l'emozione le fa eco Rosalia Mastroianni: «Sono ancora frastornata dalla notizia e non so esprimere ciò che provo. Mi tornano alla mente vecchi ricordi di attimi di vita insieme con i nostri figli. Era una persona meravigliosa, empatica, umile e gioiosa». Impegnato in politica, credeva nel dovere civico e morale e mai si tirava indietro quando c'era da prendere posizione.

«Fu iscritto al Partito Comunista - dice Franco Capobianco - poi dopo lo scioglimento del partito rimase fedele a quei valori della sinistra che lo portarono a difendere sempre i più deboli, sempre dalla parte degli sfruttati. Mi piace ricordarlo anche come sfegatato tifoso del Benevento calcio. Una passione di cui si è sempre nutrito».
Cordoglio unanime per un uomo che nei suoi 77 anni si è fatto amare, ammirare, apprezzare, stimare, verbi usati qui fuori dal linguaggio buonista che si tributa a coloro che chiudono gli occhi al mondo. Buon viaggio professore. 

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