Novanta candeline per padre Nogaro tra fede e lotte sociali

Il compleanno del vescovo emerito

Nogaro
Nogaro
di Enzo De Rosa
Domenica 31 Dicembre 2023, 11:48 - Ultimo agg. 1 Gennaio, 11:30
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Padre Raffaele Nogaro, - come ama semplicemente essere chiamato, e non Sua Eccellenza o altro titolo - compie oggi novant'anni. Combattivo come sempre, incessantemente e convintamente fedele al Vangelo, unica sua fonte di ispirazione e di fede. In quest'anno che si chiude padre Nogaro ha anche compiuto 65 anni di sacerdozio, avendo festeggiato la sua ordinazione a sacerdote il 29 giugno 1958 con la benedizione dell'Arcivescovo metropolita di Udine, Giuseppe Zaffonato. Ordinato sacerdote nel giorno dei santi Pietro e Paolo, padre Nogaro è costantemente impegnato a supportare i cuori dei fedeli, avendo combattuto con tenacia i soprusi subìti dagli ultimi, dagli operai, dagli lavoratori, dai reietti.

Nei suoi primi nove anni di sacerdozio, ha celebrato e ha continuato a insegnare italiano, greco e latino nel seminario vescovile di Udine; in seguito, è stato nominato delegato per l'apostolato dei laici, tra cui vi erano insegnanti e medici, per poi essere assegnato come parroco del duomo di Udine. Padre Nogaro ha sempre professato la fede in Gesù e nel Vangelo riconoscendosi in chi soffre, tanto da ripetere sempre: «L'uomo va amato perché soffre».

Il pastore Nogaro, oltre all'animo dei fedeli, si è sempre interessato all'acquisizione di cognizioni e allo studio, alla cultura, al ragionamento, alla conoscenza, al pensiero critico della persona umana e, questo, è sottolineato dall'ex deputato casertano Paolo Broccoli: «La storia della provincia di Caserta è stata caratterizzata da due culture: quella della lotta di classe e quella del magistero di Nogaro.

Il vescovo Nogaro ha sviluppato a Caserta una cultura del pensiero filosofico tra le più avanzate d'Italia e, qui, nella sua diocesi, sono stati a discorrere filosofi quali Cacciari e Severino, Barcellona e Roberto Esposito perché per Nogaro non solo è importante essere fedeli in Cristo ma anche essere quelli che pensano e ragionano».

Una volta vescovo emerito, padre Nogaro, ha continuato a promuovere la cultura, con l'aiuto del professore Antonio Malorni, uomo di scienza casertano, con "La Canonica", organismo attraverso cui sono state attivate iniziative culturali come gli appuntamenti settimanali svolti con incontri specifici con varie personalità del mondo della cultura, nel solco tracciato da padre Nogaro, al fine di dare luce all'intelletto dell'uomo. Sergio Tanzarella, docente alla facoltà teologica dell'Italia Meridionale, evidenzia l'umiltà di questo vescovo emerito che oggi vive in due stanze, una per dormire e l'altra per trascorrere del tempo: «Raffaele Nogaro ha svolto la sua attività pastorale soprattutto a favore di poveri e senza tetto che hanno considerato sempre il duomo come loro casa e riferimento. La sua condanna, a ogni guerra e a ogni razzismo, gli hanno provocato continue aggressioni ma è sempre stato coerente con la sua scelta di seguire il Cristo fino in fondo, rifiutando ogni privilegio».
Nella grazia del compimento dei suoi novant'anni, non bisogna dimenticare il privilegio, per padre Nogaro, di non essere stato solo vescovo di Caserta, ma anche della Città di Sessa Aurunca. Fatto, questo, particolare per la profonda osmosi durante il periodo pasquale del popolo di Sessa, con i suoi riti fortemente coinvolgenti e spirituali.

Per lui, punto di riferimento, non solo morale ma anche spirituale, e sempre al suo fianco, è suor Concettina, che provvede alla cura del suo stato di salute alleviandone le sofferenze quotidiane. La croce sul banchetto-scrivania è l'emblema della mitezza di padre Nogaro: lo scorso anno il Cristo crocifisso aveva la mano sinistra sul legno, non martellato con il chiodo perché al suo posto vi era apposto un cerotto e, adesso, in questi giorni, anche la mano destra del Cristo in croce ha il suo cerotto, quasi a simbolizzare e a prefigurare la tolleranza e l'amore incarnato nelle sofferenze delle persone umane. E ultimamente padre Nogaro ha ripetuto: «Siamo noi che dobbiamo incontrare Gesù perché è necessario liberare Gesù dalla politica, dalla cultura partigiana e dalla gerarchia della Chiesa». Per lui è sempre stata una lotta contro la Chiesa come instrumentum regii: «Liberiamo Gesù, ripeto dalla politica, e Gesù non è lì, non è nel potere, nella ricchezza, nel prestigio ma è nell'umiltà della vita, nella povertà della vita e accanto a tutti quelli che soffrono. Gesù dobbiamo liberarlo noi». Don Nicola Lombardi, vicario foraneo della Città di Caserta, osserva: «Nogaro personalità unica. Sai sempre da che parte è schierato. Dalla parte dei più deboli per aiutarli. Dalla parte dei diritti per difenderli. Dalla parte della cittadinanza per promuoverla. Dalla parte del creato per salvaguardarlo. Dalla parte della pace e della non violenza per diffonderla ovunque. Dalla parte di Cristo e del suo Vangelo per annunciarlo a tutti. Nogaro è un "Padre" della Chiesa».

Padre Nogaro, ancora oggi, in questo mondo martoriato, sostiene: «C'è Gesù e il suo vangelo", la lieta novella è ancora l'unica sua stella cometa. C'è dunque una continua, "santa" trascendenza nella vita di ogni giorno per il buon pastore Nogaro, come la sua fede incrollabile nell'uomo e nel messaggio del vangelo che «è veramente luminoso, Io sono la luce, veramente è verità, Io sono la verità, veramente è la vita, Io sono la vita».

Insomma, l'uomo Nogaro ha sentito, ha realizzato, dopo lo studio della teologia, della filosofia, della letteratura, che la vera verità è "solo Cristo che ti consola qui e poi ti prende per mano nella trasfigurazione in lui". Raffaele Nogaro è discepolo di Cristo per il quale Gesù è "viscere materne della misericordia" in cui l'uomo è accolto nella sua interezza e nel calore dell'amore paterno e materno. Questa è la sua forza, questa la sua immensa pacatezza.
 

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