In principio era solo il caffè. Nei bar di Napoli lo si lasciava in dono a uno sconosciuto. Un piccolo gesto, filantropico e solidale, ancora vivo nella tradizione della città partenopea. Quel caffè, nella terza ondata dell’emergenza sanitaria, è diventato un pezzo di pane, il «pane sospeso». Letteralmente, attaccato a una fune.
Da quando hanno capito che il Covid avrebbe avuto effetti economici e sociali gravi almeno quanto quelli sanitari, Giuseppe e Luigi Vetrella, padre e figlio, titolari di due panifici, uno a Caserta, in viale Lincoln, e l’altro a Macerata Campania, in via Garibaldi, hanno deciso di fare di più. «Fuori ai nostri negozi – assicurano – ci sarà sempre un pacco contenente del pane, della pizza o del cibo di giornata per chiunque ne abbia bisogno.
Un atto di nobiltà d’animo, che da un lato si propone di combattere i morsi della fame, aiutando le persone in difficoltà, e dall’altro di contrastare gli sprechi alimentari.