Presa nostra signora delle truffe:
cinquemila euro per posti fantasma

Presa nostra signora delle truffe: cinquemila euro per posti fantasma
di Marilù Musto
Martedì 10 Dicembre 2019, 10:02 - Ultimo agg. 10:09
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Compare e scompare come una meteora. È Anna Telesco, 68 anni, ex donna di fiducia del «re» dello zucchero Dante Passarelli. Il «re» caduto come il più sprovveduto dei distratti, nel 2004, dal tetto della sua casa con in mano il telefono cellulare intestato proprio a lei, ad Anna. Morto prima che ci fosse la sentenza a suo carico nel processo Spartacus I, il signor Dante era considerato dagli inquirenti l'uomo-cassaforte delle famiglie camorriste Bidognetti e Schiavone. Ora, la bionda segretaria di Dante Passarelli è finita agli arresti domiciliari con l'accusa, pesantissima, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Per la procura di Napoli nord, la donna prometteva posti di lavoro nella sua ditta di ristorazione. Dall'impero di Passarelli alle mense. Raccontava, Anna, che avrebbe vinto alcuni appalti per la fornitura di cibo nell'ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa e alla clinica Pineta Grande. E così, sarebbe poi servita manodopera per la mensa. Era tutto falso. Disoccupati in cerca di lavoro si affidavano a lei pagando anche 5mila euro. Il minimo era 100 euro, un bonus per la promessa per chi era a secco di denaro. In cambio, solo frottole e promesse. Con un «ma»: serviva certificato medico del futuro operatore e curriculum. Certificati che la donna avrebbe preso in consegna per farne carta straccia. Questa, almeno, è l'accusa.

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A scoprire la truffa era stata la trasmissione televisiva «Striscia la notizia» che con Luca Abete che aveva intervistato Anna Telesco in un bar di Castelvolturno di fronte alla clinica Pineta Grande. Nei bar organizzava i presunti «corsi» di formazione per i futuri tecnici della mensa proiettando perfino filmati e diapositive. E durante uno di questi incontri era stata sorpresa da Luca Abete, a febbraio. I carabinieri della stazione di Lusciano e di Aversa hanno fatto il resto. Il maggiore Terry Catalano ha convocato uno a uno i truffati fino a compilare oltre 150 verbali di persone truffate. È stata poi la pm Vittoria Petronella della procura di Napoli nord, diretta da Franco Greco, a confezionare la richiesta di arresto, poi firmata dal gip del tribunale.

Con lei sono indagate anche cinque persone, tre sono già note alle forze dell'ordine. Per loro il giudice ha emesso un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Erano loro l'anello di congiunzione fra Anna Telesco e i genitori disperati in cerca di una occupazione per i figli.

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Eppure, Anna Telesco, difesa dal legale Nicola Garofalo, si difende spiegando che la sua non è una truffa. Lo dirà ai magistrati che nei prossimi giorni saranno di fronte a lei per l'interrogatorio di garanzia. Amministratrice unica della Euro Catering Service, era finita al centro di un'inchiesta della Procura di Viterbo per una gara vinta in alcune mense scolastiche del Comune di Viterbo. Nel 2002 la sua impresa - considerata una sorta di emanazione della «Passarelli Dante e figli», mai provata fino in fondo - era stata investita dal altre denunce di genitori che frequentavano un circolo didattico di Aversa, critici per la qualità delle pietanze e per una data di scadenza impressa su alcune confezioni.

Ma da dove provengono i fondi grazie ai quali Anna Telesco ha messo in piedi l'impresa che fornisce pasti? Nessuno ha mai indagato su questo. Intanto, negli anni scorsi la società della donna aveva vinto appalti pubblici anche in caserme di militari.

Ora, dovrà vedersela con le accuse mosse da 150 famiglie del napoletano e dell'intero agro aversano che chiedono indietro il denaro sborsato in cambio di un posto di lavoro che non è mai arrivato.

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