Preti pedofili, il vescovo Spinillo:
«Chiedo scusa a tutti i fedeli»

Preti pedofili, il vescovo Spinillo: «Chiedo scusa a tutti i fedeli»
di Nicola Rosselli
Lunedì 16 Dicembre 2019, 08:40
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Con l'approssimarsi del Natale, a tirare le somme sull'anno che volge al termine è il vescovo Angelo Spinillo della diocesi di Aversa, il cui territorio coinvolge centri popolosi che fanno da cerniera tra le province di Caserta e Napoli.

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Non è stato un anno facile. Tre brutti episodi di pedofilia hanno visto coinvolti sacerdoti. Cosa vuole dire ai fedeli in merito?
«Alcuni nostri confratelli sacerdoti sono caduti in forme gravi di contraddizione con il loro status di pastori, e hanno causato tanta tristezza ad alcune famiglie, agli altri sacerdoti, all'intera comunità cristiana e anche a loro stessi. Ciò anzitutto dimostra che nessun peccato rimane nascosto nel segreto della propria coscienza. Il male in cui ciascuno di noi vive ha sempre una ricaduta sociale; le conseguenze di una nostra azione negativa ricadono sempre sulla vita di tutta l'umanità. Questo, per grazia di Dio, è vero anche del bene. Il bene che facciamo, anche quando lo facciamo in segreto, ha sempre effetti positivi su tutta l'umanità. Purtroppo dobbiamo riconoscere che se il protagonista di un'azione negativa, se chi cade nel peccato è un sacerdote, le ricadute negative sulla vita spirituale della comunità possono essere devastanti. Però, ugualmente, un vivere virtuoso genera attenzioni e possibilità di vita assai più positive. Ogni credente, quindi, con il suo agire, è responsabile della propria salvezza, ma anche della salvezza degli altri. Per questo, a tutti, soprattutto ai fedeli, come Chiesa, sento di dover chiedere scusa, ma sento anche di continuare a incoraggiare a non lasciarci condizionare dal male e a saper cogliere da ogni cosa un'indicazione per il cammino che il Signore ci chiede di compiere. Anche lo scontro con le fragilità umane, oltre la delusione, deve poterci orientare verso ciò che è più giusto e più vero».

È di qualche mese fa la morte di una senzatetto. Molti altri continuano a vivere in strada. Aversa è una città accogliente? E gli aversani?
«La morte di Lidia, una persona senza fissa dimora, ma ben conosciuta dai volontari della Caritas o della Comunità di Sant'Egidio, come altri eventi simili che si sono verificati in questi ultimi anni, ha realmente scosso le coscienze e sollecitato in tutta la città una rinnovata attenzione a una categoria di persone che chiedono di essere trattate con rispetto e con delicatezza. In questi anni, incontrando e confrontandoci con gente immersa in un complesso vissuto esistenziale, abbiamo scoperto sempre più che tutti, particolarmente i senza fissa dimora, hanno alle spalle una storia che li caratterizza nella loro personalità e nelle loro scelte anche quando, a tanti, sembrano incomprensibili e inaccettabili. Da questo punto di vista credo di poter dire che Aversa sa essere disponibile e solidale. I problemi sono tanti e le strutture o i servizi non sono in grado di rispondere sempre ai bisogni, ma il notevole numero di associazioni e di cittadini dediti al volontariato mostra la volontà di sforzarsi a stabilire un dialogo di umana vicinanza verso chi non ha un posto sicuro per la propria vita. Dobbiamo incoraggiare questo stile di accoglienza e di dialogo con chi si presenta bisognoso e che, prima di accoglienza materiale, ha necessità di accoglienza umana».

La riapertura della chiesa di San Domenico, un bellissimo esempio di volontariato, sembra aver scoperchiato ben altro. Si parla di centinaia di migliaia di euro dirottati su conti personali. Cosa c'è di vero?
«Circa la riapertura della chiesa di San Domenico, posso assicurare che apprezzo, come ampiamente è stato riconosciuto, la bella testimonianza di volontariato ecclesiale e civile che i membri della Congrega hanno saputo donare all'intera città. Nei giorni successivi si sono acuiti dissapori latenti ma che già, purtroppo, erano presenti tra i membri della Congrega. Questo ha portato alla necessità di nominare un commissario che faccia la necessaria chiarezza per favorire e riprendere la vita ordinata e serena dell'intera Congrega. Personalmente ritengo non corrette le informazioni che parlano di sparizione di denaro. In realtà si tratta di somme che sono state depositate su conti diversi e che dovranno essere trasferite su un unico conto».

Un augurio per l'imminente Natale.
«Auguro a tutti di potersi fermare in qualche momento in chiesa o in casa, in silenzio, davanti a un presepe per elevare al cospetto del Bambino Gesù un versetto del Libro del Siracide e invocare, con gli antichi sapienti e profeti d'Israele, il Signore Dio, dicendo: «Riempi Sion del tuo splendore» (Sir 36,16). Lo splendore è quella particolare luce che promana da una persona e si diffonde intorno illuminando ogni altra presenza. Così, auguro a ciascuno di noi: possa la luce di Dio entrare nella nostra vita e farci diventare parte di quell'umanità che, con Gesù, illumina di bene, riscalda con bontà, accoglie con verità ogni altro essere umano».

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