San Leucio «casa» dei vandali,
Fondazione bloccata da mesi

San Leucio «casa» dei vandali, Fondazione bloccata da mesi
di Nadia Verdile
Venerdì 25 Febbraio 2022, 08:43 - Ultimo agg. 21:28
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Real colonia di San Leucio, un terzo del sito Unesco della città, l'incuria, il degrado e la Fondazione che non nasce. Una storia lunga anni, fatta di annunci e di denunce, fatta di indifferenza ormai anche di chi vi abita, rassegnati nel vedere andare in rovina il valore, etico prima che artistico, di un unicum storico.

Chi vuole visitare la settecentesca chiesa di San Ferdinando e il Belvedere, se non giunge in auto, percorre via Planelli e si dirige verso la piccola reggia borbonica varcando un cancello posto all'incrocio tra i quartieri San Carlo e San Ferdinando.

Giunge nel piazzale su cui si affacciano le scuderie borboniche della Real Colonia. Non può evitarlo, è il percorso pedonale previsto. Qui si imbatte in uno scempio denunciato da anni.

Ricettacolo di rifiuti di ogni genere, i locali delle antiche scuderie sono deposito di mobili rotti, brande, sedie, tubi, scritte insulse, oscene, con la vernice dentro e fuori la struttura, vetri infranti, porte divelte. Si presenta così il primo ingresso al Belvedere, sede settecentesca di quello che per dieci anni, dal 1789 al 1799, fu avamposto di civiltà, di diritto, di uguaglianza e meritocrazia. A farne scempio sono orde di vandali, incapaci di riconoscere il bello, ignoranti, anaffettivi e zotici, che devastano il patrimonio pubblico, la storia che è anche la loro storia, e con disprezzo la mortificano, offendono, sporcano. Questi i bruti incivili. Poi c'è l'assenza delle istituzioni che non è di oggi, neanche dello scorso mese ma dura da anni. Nessuno pulisce, nessuno interviene, nessuno provvede. Nessuno tutela. Neanche come spot elettorale. L'abbandono totale. Era il 27 giugno 2017 quando la giunta comunale approvò le nuove linee di indirizzo programmatiche per il Belvedere di San Leucio.

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Si scrisse che mai più ci sarebbero state scuderie abbandonate e che queste sarebbero diventate la cartolina di presentazione del restyling. Tante le novità annunciate volte alla promozione e allo sviluppo delle eccellenze locali. Per far decollare lo sviluppo turistico del bene Unesco erano previsti servizi di informazione ed accoglienza del pubblico, una nuova biglietteria proprio nelle ex scuderie, servizi di guida e audioguide, assistenza didattica, centri d'incontro, organizzazione di mostre, manifestazioni culturali e iniziative promozionali, finalmente un bookshop, negozi e spazi espositivi di prodotti di eccellenza, una caffetteria e servizi di ristorazione e nuova vita per lo scalone monumentale che, dopo un completo recupero, avrebbe dovuto essere utilizzato anche per spettacoli e sfilate di moda che si preannunciavano di livello nazionale ed internazionale.

I locali situati ai lati dello scalone, quelli da anni pieni di rifiuti, avrebbero dovuto ospitare attività di enogastronomia di eccellenza, con degustazioni di prodotti tipici e una scuola di sommelier ed esposizioni di manufatti di seta di prima qualità e un caffè letterario. Un finanziamento bloccato per un appalto già aggiudicato nel 2008 di due milioni e quattrocentomila euro era stato sbloccato nel giugno 2017. Di quei soldi una parte era stata utilizzata anni addietro per un primo restauro e per alcuni lavori, altri 990mila euro erano a disposizione per essere utilizzati. Sta per compiersi un lustro e quello che di quella approvazione di giunta resta è il disonore di un luogo e di una storia che questa città sembra non meritare. Intanto, a settembre dello scorso anno la notizia dell'imminente nascita della Fondazione Real Sito del Belvedere di San Leucio. Approvato lo statuto in giunta restava da mettere la firma davanti al notaio Enrico Matano. Da allora sono trascorsi sei mesi, si vocifera che il bandolo della matassa sia nel tira e molla sulla presidenza e il consiglio di amministrazione da definire. Intanto, tutto si deteriora sotto l'egida dell'Unesco.

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