Sedicenne morta dopo la corsa in ospedale: «Ma non fu colpa dei medici»

La ragazza aveva fatto ritorno a casa una volta scomparsi i sintomi

Sedicenne morta dopo la corsa in ospedale:
Sedicenne morta dopo la corsa in ospedale:
di Biagio Salvati
Sabato 3 Febbraio 2024, 09:30 - Ultimo agg. 09:31
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Non fu colpa medica ma una morte naturale quella di A. R., una ragazza di 16 anni di San Marcellino, deceduta a casa il 20 marzo dello scorso anno dopo che era stata all'ospedale “Moscati” di Aversa per farsi visitare in Pronto Soccorso. La Procura della Repubblica di Napoli nord aveva aperto un’indagine e nominato una terna di esperti che hanno depositato una relazione con la quale si escludono responsabilità di due dottoresse e una infermiera indagate come atto dovuto. Il pubblico ministero Cesare Sirignano ha chiesto l’archiviazione e il gip Ilaria Giuliana, alla luce della documentazione scientifica, ha decretato l’archiviazione del caso.

Nella vicenda furono coinvolti un’infermiera, G.R., difesa dal penalista Giuseppe Sorano del foro di Santa Maria Capua Vetere e due medici, le dottoresse G.M. e R.S. difese rispettivamente dagli avvocati Antonio Mottola del foro di Napoli Nord ed Errico Frojo del foro di Napoli. La consulenza autoptica era stata affidata a tre specialisti: i dottori Oscar Nappi e Luigi Barbato e il professore Gaetano Buono dell’Università Federico II di Napoli. La giovane, orfana di genitori, viveva con gli zii suoi tutori legali e prima di recarsi all’ospedale aveva contattato il 118 ma aveva rifiutato il trasporto nell’ospedale più vicino. Quando si presentò al Pronto Soccorso, alle 4 e 30 del mattino, avrebbe dichiarato di sentirsi senza forze e in uno stato di debolezza (cosiddetta astenia), malore che era coinciso con il ricovero della nonna in un diverso ospedale.

La ragazza sarebbe stata vigile e deambulante con parametri regolari: una volta pronta per sottoporsi alla visita di un medico, dopo il triage, la ragazza avrebbe manifestato la volontà di andare via perché non avvertiva più i sintomi. Per i tre consulenti della Procura, la 16enne è «deceduta a causa di un arresto cardiocircolatorio irreversibile, presumibilmente dovuto a un'aritmia ventricolare letale causata dalla sua sindrome mieloproliferativa». Le indagini hanno rivelato che la morte è stata considerata naturale e verosimilmente causata da uno «squilibrio elettrolitico associato alla sindrome mieloproliferativa».

Non sono quindi emersi elementi di colpa medica da parte degli operatori coinvolti. La situazione complessa, legata alla sua condizione di salute preesistente, ha reso la diagnosi difficile e, purtroppo, ha contribuito al tragico esito.

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