Terzo morto in tre giorni: la spiaggia
di Pinetamare miete un'altra vittima

Terzo morto in tre giorni: la spiaggia di Pinetamare miete un'altra vittima
di Vincenzo Ammaliato
Lunedì 22 Agosto 2022, 08:41
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Si chiamava Giuseppe Martino, aveva sessantadue anni e lavorava al municipio di San Marcellino, è deceduto a Castel Volturno nelle acque che bagnano la spiaggia soprannominata «della morte». La tragica fine del lavoratore socialmente utile, persona mite e apprezzata da tutta la sua comunità, è avvenuta esattamente nello stesso posto dove appena cinque giorni prima era stata falciata una famiglia residente a Giugliano, con l'annegamento di un papà cinquantenne e del figlioletto di cinque anni: stiamo parlando della spiaggia libera di Fontana Bleu, fra le località di Pinetamare e Ischitella. In questo caso, però, non si è trattato di un vero e proprio annegamento, o almeno l'aver bevuto acqua marina non è l'elemento principale che ha portato alla morte del sessantaduenne.

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Già sofferente di altre patologie mediche, l'uomo ha accusato un malore mentre faceva il bagno a riva. I parenti e gli altri bagnanti hanno prontamente cercato di prestargli soccorso, ma non erano chiaramente formati per un intervento del genere che richiede invece preparazione e professionalità. Così, l'uomo è spirato poco dopo, su un tratto di costa drammaticamente incustodito e non vigilato da personale con adeguata preparazione, come prevedono le leggi.

I soccorsi del 118, accompagnati dai carabinieri, in spiaggia per l'ex dipendente comunale sono arrivati rapidi, come sempre per altre emergenze. Ma i sanitari, in questo caso, come purtroppo spesso in altri interventi precedenti, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Peraltro, a cento metri da queste acque lo scorso giugno aveva perso la vita per annegamento un bagnino, subito dopo aver salvato dalla stessa sorte due bambini ospiti del lido dove lavorava. Insomma, la tragica lista dei morti nello stesso specchio d'acqua in questa estate 2022 sale a quattro, e sono oltre venti quelli che hanno perso la vita qui negli ultimi dieci anni. «Quando ci arriva una chiamata di soccorso in mare, fanno sapere dalla capitaneria di porto, al cinquanta per cento è per interventi alla spiaggia libera di Fontana Bleu».


E si tratta di uno spazio d'arenile lungo appena duecento metri, sui ventisette dell'intera fascia di pertinenza degli uomini al comando dell'ufficiale Michele Pellegrino e che marcano i confini del litorale di Castel Volturno. La legge prevede che siano i Comuni a prendersene cura, gestendo il servizio di salvataggio. Ma sono pochi i tratti di arenile liberi serviti da tale servizio nelle spiagge libere del Sud Italia. Un'esperienza del genere, però, è vicina a Castel Volturno, a Cellole, dove capitaneria di porto, municipio e gestori dei lidi hanno fatto cartello, unito le forze e fatto nascere tre anni fa una cooperativa di salvataggio che si prende cura non solo dei ratti di mare degli stabilimenti balneari, ma anche di quelli delle spiagge libere. In questi casi stiamo parlando di appena tre chilometri di costa, un decimo rispetto a Castel Volturno. Eppure, lasciare incustodito uno spazio di arenile, quella appunto di Fontana Bleu, è una responsabilità che nessuno dovrebbe più assumersi.

Intanto, siccome la guardia costiera non interviene solo per le emergenze a mare, l'altro giorno in un controllo al lido Aurora di Baia Verde, gli agenti hanno scoperto la mancanza delle autorizzazioni comunali per la somministrazione di bevande e alimenti e sono stati posti i sigilli al bar di fatto abusivo della struttura.
 

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