Caserta, 31 strike in 18 mesi:
ponte d'Ercole si è stancato

Caserta, 31 strike in 18 mesi: ponte d'Ercole si è stancato
di Franco Tontoli
Giovedì 3 Settembre 2020, 08:44
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L e 10.30 di ieri, un autocarro impatta con la provvisoria struttura metallica di protezione dell'arcata del ponte d'Ercole, la abbatte e l'autista va a inserirsi nella casella numero 31 riservata agli «incursori» che dal 30 dicembre 2017 assaltano il manufatto che era rimasto intatto per oltre due secoli. Scatta il rituale arrivo dei vigili dl fuoco per sollevare la ferraglia e consegnarla ai tecnici per le riparazioni, di due pattuglie dei vigili, in tutto sei unità sottratte ai servizi in città, identificazione del responsabile e stesura del verbale di contravvenzione, traffico interdetto fino a pomeriggio inoltrato. Ancora solito gravame di auto provenienti da Casagiove per via san Francesco, per via Cupa in risalita per Sala e ridiscesa per via Ponte, via Tescione e viceversa. Tutta qui la cronaca che verte sy due domande. La prima: c'è provata impossibilità a risolvere questo ricorrente inconveniente? E, allora, rassegnazione. C'è incapacità, che i fatti provano, a trovare la soluzione? E, allora, fuori i nomi dei responsabili e rimozione dalle funzioni che ricoprono.

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Ieri mattina, a pochi minuti dall'incidente, solito summit triangolare nelle vicinanze dell'arco con le ornie multilesionate. Erano: un funzionario del Comune, che è responsabile della viabilità e perciò provvede a quell'ormai inservibile sostegno metallico; uno dell'amministrazione della Reggia nel cui patrimonio rientra la struttura; uno della Soprintendenza che provvede a sorvegliare, e lo fa a colpi di ricorrenti dinieghi a varie soluzioni, tanto è vero che l'unico accorgimento a lume di buon senso utile viene negato: un dissuasore caratterizzato da una lamina metallica trasversale a distanza dal sottopasso e prima dei segnali luminosi, farebbe da preavviso agli autisti che si avventurano pur sapendo, o ignorando, l'eccedenza in altezza dei mezzi oltre i metri 2.20 segnalati.
ARCATA, MAI RIPARATA
L'autocarro di ieri mattina era in regola con l'altezza del cabinato, ma aveva una sbarra trasversale alla cabina che ha impattato di poco in altezza e in larghezza con i pilastri dell'armatura di zinco. Armatura, secondo molti, che si dovrebbe rimuovere e sostituirla con una in ferro ad arco a sostegno delle ornie e del cuneo di volta. Ancora un'ipotesi: nell'impossibilità di raschiare l'asfalto nel tratto di sottopasso per abbassare il livello stradale impossibilità derivata dal fatto che a pochi centimetri c'è il canalone di scarico della Vasca dei Delfini del parco soprastante perché non limare il piccolo dosso d'uscita dal tunnel che causa il sobbalzo degli automezzi e, quindi, l'impatto con la volta? Tutto questo, ci rendiamo conto, è accademia di improvvisati «direttori dei lavori» di passaggio ma è pur sempre qualcosa di fronte alla deplorevole inattività di chi dovrebbe provvedere a una soluzione. Il Comune da parte sua provvede a quanto di competenza, la garanzia cioè della viabilità sicura. E la direzione della Reggia? Possibile che dal 30 dicembre 2017 data del primo incidente, dopo due anni e sette mesi non riesca a riparare l'arcata ornamentale del sottopasso? E da parte della Soprintendenza, sono mai venute sollecitazioni? Ricordare che in due anni è stato rifatto a Genova il Ponte Morandi, è osservazione qualunquistica? La contabilità degli impatti la tiene Francesco Cicia, esercente commerciale a due metri dal ponte. «Sono 31 rispondeva ieri a chi ne contava 27 , alcuni sono passati inosservati, anche il 30 agosto c'è stato un incidente con un camper, i lavori sono stati fatti celermente».
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