Incidente mortale sulla Valle del Liri:
a processo il pirata della strada

Incidente mortale sulla Valle del Liri: a processo il pirata della strada
Giovedì 4 Novembre 2021, 16:17
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È stato rinviato a giudizio Eugenio Del Primo, 59 anni, di Rocca D’Evandro. L'uomo il 25 agosto 2020 aveva investito e ucciso con la sua auto  Umberto Pariselli, 81enne di Cassino, mentre transitava con in sella alla propria bicicletta lungo la statale 430 “Valle del Liri”, nella frazione cassinate di San Cesareo.

Nell’udienza preliminare tenutasi mercoledì 3 novembre 2021, avanti il Gup del Tribunale di Cassino,  Alessandra Casinelli, come da richiesta del Pubblico Ministero della Procura, Marina Marra, l’investitore, subito individuato dai carabinieri, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale aggravato dal fatto di non essersi fermato a prestare soccorso dandosi alla fuga.

L’imputato ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Nonostante l’evidenza del quadro probatorio a suo carico, fatto che non ha mancato di destare ulteriore amarezza nei congiunti dell’anziano, il pirata attraverso il suo legale ha cercato in ogni modo di alleggerire la sua posizione - rischia una pena pesante -, condizionando la richiesta dell’abbreviato al conferimento di una perizia cinematica per ricostruire la dinamica del sinistro, ritenuta invece, evidentemente, già chiara più che a sufficienza dal giudice, che ha rigettato l’istanza.

Gli è stata invece concessa l’unica condizione di poter escutere una testimone.

La prima udienza del processo è stata fissata al 26 gennaio 2022, alle 13, in Tribunale a Cassino, sempre avanti la dottoressa Casinelli, e potrebbe già essere pronunciata la sentenza.

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Pariselli stava rincasando sulla sua bici e procedeva su via valle del Garigliano (tratto della SS430) in direzione San Vittore-Rocca d’Evandro; com’è stato accertato, pedalava completamente a destra a cavallo della linea che delimita la carreggiata, più in là non si poteva andare: lungo quel tratto stradale da un lato vi è il fossato, dall’altro le recinzioni delle case. Ma nonostante questa condotta irreprensibile, e nonostante fosse ancora chiaro, alle 7 di una serata d’estate, l’imputato, che viaggiava nella stessa direzione alla guida della sua Fiat Punto, all’altezza del civico 6 lo ha inopinatamente tamponato, caricandolo sul cofano e poi scaraventandolo sull’asfalto: la conducente e la passeggera di una vettura che sopraggiungeva (dopo) nello stesso senso di marcia hanno riferito di aver visto una sagoma volare.

Per il pensionato, che ha battuto violentemente il capo contro la vettura (ha sfondato il parabrezza) e poi al suolo, non c’è stato nulla da fare: al loro arrivo i sanitari del 118, dopo inutili tentativi di rianimazione, hanno dovuto costatarne il decesso.

L’investitore inizialmente si era fermato ed era sceso dalla macchina, ma vi è risalito dopo neanche 20 secondi, come emerge dai filmati di una telecamera privata di un civico vicino acquisite dagli inquirenti. È ripartito e si è dileguato.

I militari a tempo di record l’hanno raggiunto a casa, trovando puntualmente la sua vettura pesantemente danneggiata, e che peraltro aveva nascosto e occultato nel retro dell’abitazione, coprendo la targa e il posteriore con una tapparella. A quel punto l’uomo non ha potuto che ammettere le proprie colpe, sostenendo di non aver visto il ciclista e giustificando la sua grave condotta culminata con la fuga e l’omissione di soccorso per lo spavento provato «avendo visto del sangue e sentito delle urla». Non bastasse, i carabinieri hanno scoperto che la Punto era anche priva di copertura assicurativa.

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Il 59enne, in virtù dell’estrema gravità dei fatti commessi, inizialmente è stato anche tratto in arresto e sottoposto alla misura restrittiva dei domiciliari (poi tramutata nell’obbligo di firma) e, alla chiusura delle indagini preliminari, il Pm titolare del procedimento penale, Marra, ne ha chiesto e ora ottenuto il rinvio a giudizio.

La moglie e i figli del signor Umberto chiedono una risposta forte dalla giustizia penale.

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