Kafka, a 140 anni dalla nascita Bompiani e Il Saggiatore ripubblicano le opere più giovani

Così una nuova generazione potrà accostarsi ai testi di Kafka attraverso versioni molto più «giovani»

L'importanza di essere Kafka
L'importanza ​di essere Kafka
di Giuseppe Montesano
Giovedì 27 Aprile 2023, 10:20
4 Minuti di Lettura

Nasce a Praga il 3 luglio del 1883, muore il 3 giugno del 1924 in Austria, si chiama Franz Kafka ed è uno scrittore che non somiglia a nessun altro e al quale senza dubbio nessuno somiglia. E in questo 2023 siamo a centoquaranta anni dalla nascita e l'anno prossimo sarà il centenario della morte. Quanto tempo e quante metamorfosi ci sono state in questo secolo e mezzo! Grandi scrittori di due o un secolo fa, ma anche più recenti, sono entrati nell'oblio dei classici e sono ignorati come punti di riferimento da una idea di narrativa postmoderna schiava del mercato; grandi poeti sono un residuato scolastico, o servono a proclamarli di destra o di centro o di sinistra, in una sub-idea della poesia da ignorantelli preda della sindrome del farsi notare; e, dal momento in cui si invoca da tutte le parti la cultura come pubblicità e spettacolo alla portata degli analfabeti emotivi e mentali, la «letteratura» è diventata una parolaccia da azzerare.

E Kafka? Beh, Kafka segue più o meno la stessa sorte, e lascia che su lui si dica tutto. Il critico Edmund Wilson scrisse: «Il denazionalizzato, scoraggiato, disamorato, fiaccato Kafka: non riesco a capire come si possa considerarlo un grande artista»; Camus andò all'opposto e lo camusizzò sostenendo contro l'evidenza che nel Processo e nel Castello appariva evidente la speranza; altri interessatamente ne hanno fatto un mistico o un filosofo o un mitologo.

Ma Kafka ha resistito a queste kafkizzazioni, ha resistito all'uso del termine «kafkiano», ha resistito alle letture scolastiche e, come i grandi scrittori di romanzi, chiede lettori nuovi per le sue strane opere, i romanzi, che tra antenati di Kafka allineano Gli amori di Dafni e Cloe, il Satyricon, il Ching P'ing Mei, Gargantua e Pantagruel, Don Chisciotte, Le affinità elettive, Madame Bovary e L'idiota, e tra i contemporanei di Kafka, Ulisse, Alla ricerca del tempo perduto, L'uomo senza qualità, Viaggio al termine della notte e I Buddenbrock.

Kafka lesse ad alta voce e in una sala piena L'educazione sentimentale, e rileggeva spesso Flaubert; annotò che i narratori cinesi antichi lo avevano molto colpito; e lesse Dostoevskij e Tolstoj in profondità e sottilmente.

Era lui per primo un lettore di romanzi, e quando si leggono i suoi libri come «semplici» romanzi, accade la cosa fatale: che Kafka, a stargli dietro e a non distrarsi, ci porta in un mondo parallelo al nostro ma che rivela profondamente la distorsione del nostro, e l'attenzione con cui Kafka scruta le azioni e reazioni dei personaggi nel mondo ci fa sentire, proprio nella nostra carne e nella mente che si contorcono, cos'è la realtà distorta. E nulla si nasconde a lui: perché Kafka non lascia la presa sul Potere teopolitico che dalle origini del mondo ci sgoverna, e lo mette a nudo. Ma lo fa secondo l'arte del racconto, quella maniera per cui il punto di vista non è mai fisso, e la realtà ha sempre un altro lato, un lato diverso ma che ruota concentrico verso l'oggetto: e ci mette dentro le radici ammalate e nascoste della nostra ammalata contemporaneità, la nostra epoca di burocrazia totalitaria, di controllo delle teste e delle emozioni tramite il digitale, e di divinizzazione teopolitica dell'arcaico sacrificale.

Ma allora, oggi, bisogna leggere Kafka sì o no? Due editori storici e importanti, Bompiani e Il Saggiatore, che stanno rinnovando in profondità il loro lavoro, ritengono che in questo 2023 sia importante far leggere Kafka, tra l'altro diventato di pubblico dominio: e mandano in libreria due progetti coraggiosi con traduzioni completamente nuove dei libri di Kafka. Bompiani ha fatto uscire ieri i tre romanzi e tutti i racconti e i testi pubblicati in vita, a cura di Mauro Nervi, innovativo studioso di Kafka, su testi critici e nella collana di classici europei con la sfida del testo a fronte; Il Saggiatore farà uscire domani Il castello, Il processo e Il disperso, in volumi singoli affidati a traduttrici esperte, Alessandra Iadicicco, Valentina Tortelli e Silvia Albesano, tra l'altro traduttrici di Junger e di altri autori complessi.

Così una nuova generazione potrà accostarsi ai testi di Kafka attraverso versioni molto più «giovani» di quelle dei mitologici Spaini, Roh, Pocar, Paoli e Zampa per Mondadori e Adelphi, e i nuovi traduttori si confronteranno con traduttori recenti e importanti come Raja, Gandini e Lavagetto per Feltrinelli. 

P.s. Su questi libri del Saggiatore e di Bompiani torneremo a parlare in queste pagine, per provare a raccontare ai lettori curiosi qualcosa sul «nuovo» Kafka. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA