David Leavitt a Napoli: «Ancora pregiudizi sui gay»

David Leavitt
David Leavitt
di Ida Palisi
Venerdì 8 Aprile 2022, 09:00 - Ultimo agg. 11:05
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Arriva a Napoli (oggi alle 17.30 al Piccolo Bellini, e poi lunedì a Pomigliano) David Leavitt, bestsellerista americano, autore-guru del mondo lgtbqi+ con i suoi libri che parlano di conflitti interiori e della scoperta dell'identità. Leavitt, che insegna inglese presso l'università della Florida e ha vissuto molti anni in Italia, è in tour letterario per presentare la nuova edizione del suo primo romanzo, La lingua perduta delle gru (pagine 350 euro 15), nella traduzione di Fabio Cremonesi per Sem, che sta ripubblicando tutte le sue opere. Uscito per la prima volta nel 1986, un paio d'anni dopo l'esordio con la raccolta di racconti Ballo di famiglia, il libro è ambientato nella New York degli anni 80 dove i Benjamin, intellettuali borghesi, vengono sconvolti dalla notizia dell'omosessualità del loro figlio unico Philip. Attorno alla sua vicenda se ne intrecciano altre: quella del padre Owen, a sua volta alle prese con le proprie fantasie e inclinazioni sessuali, della mamma Rose, calma, forte e disposta ad accettare (quasi) tutto, e poi di tanti personaggi che, in nome di una speranza di felicità, sono decisi a combattere per i loro amori non convenzionali. 

 

Già dal titolo, il libro è un manifesto d'intenti e parla di un linguaggio impossibile da capire appieno. Quanto può aiutarci la letteratura in questo senso?
«Il lavoro dello scrittore credo sia quello di porre domande, non di rispondere.

Tutti noi abbiamo lingue segrete, soprattutto le coppie. La domanda con cui sono propenso a rispondere a questa domanda è questa: come si intersecano i nostri linguaggi privati con il discorso pubblico della politica?».

Nella società fluida la questione delle definizioni è ancora forte. Come si fa ad orientarsi?
«Non mi piace la parola omosessuale per diversi motivi. Innanzitutto è una parola falsa, metà latina e metà greca, inventata dai sessuologi alla fine del diciannovesimo secolo. In secondo luogo, è una parola molto apprezzata dall'estrema destra. Anziché omosessuale preferisco qualsiasi termine scelto da quelle persone che vi si identificano. Gay, lesbiche, queer, pansessuali, Lgbtqi+. Vanno tutti bene!».

Descriveva un'epoca in bilico, 36 anni fa. Quali sono le paure dell'oggi?
«L'estrema destra - i fascisti, in sostanza - cercano di annullare tutte le grandi conquiste che le persone gay/lesbiche/queer/lLgbtq1+ hanno ottenuto nel corso degli anni. Nel 2022 due persone dello stesso sesso possono sposarsi in molti paesi, ma in altri paesi, ad esempio in Russia e Nigeria, il sesso tra due persone dello stesso genere è un reato punibile con la reclusione. E persino in Europa e negli Stati Uniti le persone gay/lesbiche/queer/ Lgbtq+ devono fare i conti con ostilità e violenza».

Siamo ancora nell'incertezza?
«Questo è il momento di essere felici e orgogliosi, in particolare per l'uguaglianza matrimoniale, ma anche di essere cauti e attenti. Una delle lezioni che gli ebrei europei hanno appreso durante la seconda guerra mondiale (io sono ebreo) è stata che la cittadinanza poteva essere revocata con la stessa facilità con cui veniva concessa. Prima della guerra, molti ebrei in Francia si consideravano più francesi che ebrei. Vichy la pensava diversamente e sono finiti nei campi di concentramento».

Nuove emergenze occultarono l'Aids, ora la guerra ha messo in secondo piano il Covid. Che responsabilità sente come scrittore?
«Questi sono tempi difficili. Ogni mattina mi sveglio senza sapere come sarà il mondo quando vado a letto. Detto questo, la grande letteratura spesso emerge da tempi difficili. Per citare Oscar Wilde, credo che l'unica responsabilità dello scrittore sia di scrivere bene. Non scrivo mai con un imperativo morale. L'unica cosa che posso dire con certezza è che quando scrivo cerco di essere onesto, cosa che non tutti gli scrittori fanno».

Lei ha vissuto in Italia. Che ha rapporto ha con Napoli?
«È una delle mie città preferite in Italia. Anche se non ho mai vissuto a Napoli, ho passato molto tempo in città e qui ho molti amici. La trovo vitale, emozionante e piena di segreti. E il nuovo romanzo a cui sto lavorando avrà molte scene ambientate in questa città, che riguardano la medium e veggente ottocentesca Eusapia Palladino». 

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