Lawrence Durrell, Clea chiude il ​Quartetto: le passioni proibite di Alessandria

Il racconto di una Alessandria d'Egitto decaduta e folgorante proprio perché decaduta

Lawrence Durrell
Lawrence Durrell
di Giuseppe Montesano
Lunedì 24 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:08
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Un uomo come tutti, ma curioso più degli altri del mondo e della vita, negli anni Trenta e durante la guerra, lavora, ozia, ama, gira e sogna nelle strade di Alessandria d'Egitto, la città di Kavafis in cui l'estrema luce dell'Occidente si è unita alla tarda luce d'Oriente, in cui ciò che è plebeo, carnale e crudamente animale si unisce a ciò che è raffinato, misterioso e perversamente umano, una città-mondo mediterranea che è buio e luce, orrore e bellezza, dramma e gioia, un luogo che in Europa potrebbe somigliare forse solo a Napoli-Mondo prima che il turismo la falsificasse, una Alessandria d'Egitto decaduta e folgorante proprio perché decaduta, con il fascino di ciò che è splendido perché fra un attimo tramonterà, una città in cui si tocca e si vede il Tempo perduto dell'Egitto, della Grecia, di Roma, dell'Islam, intrisa dei culti maschili-femminili di Mitra e di sgozzamenti sacri, ma allo stesso tempo una città europeizzata, fiorita di ladies e arrosti di pecora e bibite on the rocks e auto di lusso e spie e catorci e carretti e miele e fichi e spie internazionali. In questa città un uomo si aggira come in un realissimo sogno, è preda di donne erotiche come Justine, ha amici eruditi come Balthazar e amiche insondabili come Clea, e forse questo personaggio, che non fa accadere le cose ma a cui le cose accadono, è lo stesso autore, si chiama Lawrence Durrell, è il fratello più bravo del Gerald Durrell famoso per La mia famiglia e altri animali, è un amico fraterno di Henry Miller, vorrebbe la saggezza e l'erotismo e l'amore tutti insieme, ed è l'autore di un capolavoro del Novecento: il Quartetto di Alessandria, un romanzo a strati e multipli, fatto di quattro romanzi separati ma inseparabili: un romanzo di cui parliamo perché è appena uscito per la collana «letture» dell'Einaudi Clea, il romanzo che chiude il ciclo e va a unirsi agli altri tre, Justine, Mountolive, Balthazar, formando il Quartetto completo.

E subito, al lettore, diciamo: non perderti Lawrence Durrell, perché tu sai, lettore, che i libri che mentre li leggi, e poi a lungo, restano in te a inquietare e a far godere mente e corpo sono rari, e ancora più rari sono quelli che sembrano scorrere «quasi» come romanzi d'appendice o serie televisive ma ti portano altrove, nei meandri che hai perduto, desiderato o sognato.

E i quattro romanzi di Durrell sono così: raccontano di ciò che ci interessa, il sesso e l'amore e ciò che brucia nelle emozioni, ma poi ci sorprendono con la decadenza, la perdizione e la fuga senza fine; raccontano intrecciando i personaggi come nei romanzi dell'Ottocento ma in maniera adatta a noi, smarriti nella contemporaneità; e raccontano di donne stupende e mercati all'aperto, di angurie succose e di seni imperlati di sudore, di corpi con occhi colmi di mistiche sapienze e di spie del foreign office, di botteghe puzzolenti e di messaggeri gnostici, di rovine di guerra e di ventri lisci e setosi, di vino denso che inebria e di dura realtà che risveglia dall'ebbrezza, di colpi e ferite e di sensi accesi e tenerezze, e racconta tutto questo perché una vita non raccontata è una vita vissuta a metà.

Ecco, Justine, Mountolive, Balthazar e Clea sono romanzi fatti così, un po' Mille e una notte moderne e un po' sistema quantistico, un po' sinuosità sensuale del linguaggio come in Henry Miller e un po' strati duri del linguaggio come in Joyce, ma poi niente di tutto questo, perché Durrell racconta come racconterebbe un Tolstoj che ha smesso di essere serioso, e aiutato da Natasa e Anna, diventate lettrici di Tropico del Capricorno e di Primavera nera, racconta insieme a loro. Sì, perché ciò che Durrell racconta glielo suggerisce Alessandria d'Egitto diventata molti personaggi e glielo suggeriscono Justine e Clea, parlandogli all'orecchio gridando e sussurrando, dicendo e nascondendo, mentendo spudoratamente e svelando la nuda verità, e però contraddicendosi sempre, proprio come ci contraddiciamo nella vita vera, la vita che se è adorabile è proprio perché è vera e falsa, e non ci permette di giocare se non ci innamoriamo del suo gioco di ambiguità e incertezze.

Ora, lettore, fai come vuoi. Puoi cominciare a leggere Clea e risalire a tutti gli altri romanzi; puoi procurarti Justine e cominciare dall'inizio del ciclo; puoi leggere un solo romanzo del Quartetto; puoi saltare Balthazar e leggere Clea; saltare Justine e leggere Mountolive; puoi metterci due settimane o un anno: insomma sei libero. Ma in un orecchio, piano, ti dò un suggerimento: leggi tutto, leggi tutto.. 

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