Maradona il re degli ultimi:
giustizia è fatta

Maradona il re degli ultimi: giustizia è fatta
di Vincenzo M. Siniscalchi
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 23:42
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Questo libro di Enzo Beretta, giornalista e scrittore, si pone come testimonianza esemplare di verità su. Lo stile di Beretta è quello del racconto corredato di documentazioni originali, privo di connotazioni retoriche o di tirate moralistiche. Pregevole la prefazione di Fabrizio Roncone che riconosce a Beretta il merito di un grande sforzo di ricerca e di ricomposizione della grandissima e complessa figura di Maradona. Al centro di questo racconto anzitutto la analisi completa della irraggiungibile arte calcistica del campione ma anche lo scandaglio delle qualità interiori dell’uomo con il rilancio in ogni occasione, anche quelle più problematiche, di inediti valori su cui pure è tempo di riflettere. Beretta non ricorre ad alchimie intellettualistiche per ottenere definizioni antropologiche particolari ma mette in luce le testimonianze, su prove inoppugnabili, della civiltà interiore di Maradona. Così emergono, ad esempio, la partita benefica di Acerra, da Diego imposta anche nel fango, di un campo di periferia, pur di salvare un bambino, come è avvenuto. Così le sortite quasi clandestine, senza ostentazioni, per visitare i bambini oncologici ricoverati al “Santobono”. Qui in Diego si evidenzia anche il suo attaccamento al mondo della memoria, ai ricordi di Villa Fiorito, della sua infanzia nei quartieri poveri di Buenos Aires, la memoria sempre rivissuta nella devozione ai suoi genitori.

 

Il libro di Beretta non fa concessioni a nessuna “leggenda metropolitana” ma è rigorosamente documentato nella ricostruzione di tutti gli episodi narrati, fin da quelli dell’ambientarsi dell’atleta nei settori più popolari della città in uno sforzo continuo di comprensione e di adattamento alle espressioni più popolari ed autentiche della comunità partenopea. È di particolare interesse il modo con cui Beretta affronta anche il declino documentando il drammatico isolamento procurato a Diego Maradona dallo scandalismo dei “media” italiani e argentini e non solo.

La scansione dei titoli che riguardano il coinvolgimento nelle notti di Maradona di autentici ceffi che si atteggiano ad “amici” potrebbe continuare all’infinito ed ha il suo culmine nel titolo a caratteri di scatola che già prima dell’addio del Pibe lanciava trionfante la notizia (infondata!) «in serata verrà ritirato il passaporto a Maradona». Era una torbida gara a chi più otteneva particolari piccanti sulle notti nelle quali si immergeva Maradona. Il libro, anche sotto questo profilo, compie la sua missione di verità contro ogni approssimazione, ed ogni protagonismo di occasione cui si abbandonava anche qualche inquirente che si faceva protagonista di reprimende moraleggianti peraltro smentito dai superiori.

Dopo le esaltazioni della gioia, la tristezza angosciosa del declino che si alimenterà in modo particolare con la “squalifica” apparsa fin dall’inizio come strumentale ad un vero e proprio disegno persecutorio nei confronti del campione. Eppure si ribadisce che è sempre stato Maradona assolto, dopo la sua partenza, in tutte le sedi, dal tribunale di Napoli (le archiviazioni) al Tribunale di Roma (la clamorosa smentita della strabiliante e infondata accusa di un camorrista pentito secondo il quale il campione avrebbe introdotto due chili di cocaina in Italia). Questa parabola esistenziale concludeva tuttavia i sette anni di costruzione di un rapporto profondo con “gli ultimi”, la platea più vasta della popolazione partenopea, non partecipe delle squallide notti di bagordi ma ansiosa di proteggere il suo mito, il profeta della sua rinascita.

La fatica di Beretta è ricca, dicevamo, di una ricostruzione meticolosa fatta sulla scorta di dispacci di agenzia e di filmati che nel tempo hanno avuto per protagonista Maradona con i suoi segnali per i giovani, contro la droga. La narrazione dell’autore riferita ai sette anni a Napoli propone una impeccabile ricostruzione, dalle giornate fantastiche della gloria e dei trionfi, della esaltazione popolare di Napoli, la Napoli di un popolo che in lui si è identificata completamente. Che dire dell’annidarsi della trappola in una singolare “provetta” antidoping che dimostrò una pretesa assunzione di sostanza stupefacente nel giovedì, lontano e ininfluente sulle sue condizioni atletiche nella partita della domenica Napoli-Bari? Nel libro gli si rende giustizia riferendo con precisione anche tutti i passaggi di una “storia” piena di ombre contro un campione che ha esaltato, esalta ed esalterà tutti quelli che anche a questo libro profondamente impegnato nella fedele ricostruzione della sua storia napoletana di Maradona saranno riconoscenti.

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