La trilogia di Monica Zunica e il mondo di Awen

«Sono venuta a conoscenza della leggenda gallese e ho immaginato un prosieguo della leggenda»

La trilogia di Monica Zunica e il mondo di Awen
La trilogia di Monica Zunica e il mondo di Awen
di Alessandra Farro
Giovedì 5 Gennaio 2023, 15:53 - Ultimo agg. 15:54
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Monica Zunica, napoletana, da 12 anni vive tra i boschi del Molise con il marito e i suoi due figli, Carlo e Ginevra. “Awen, lo scontro”, edito da Marlin Editore, è il secondo capitolo della sua trilogia fantasy (“Awen, il confine”, il titolo primo romanzo), che l’autrice crea, prendendo spunto dalla Storia di Taliesin, leggenda gallese, immaginando un mondo che attinge dalla realtà e dalla fantasia, dalla storia e dalle leggende.

«Credo in tutto ciò che non vedo e credo poco in quello che vedo», Anna Maria Ortese, “Corpo Celeste”, questa la frase con cui si apre la storia, raccontata quasi interamente in prima persona, eccetto poche pagine in terza persona: «Usare la prima persona è come servire al lettore un portale magico, che lo proietta non soltanto all’interno della storia ma anche delle emozioni e delle sensazioni dei protagonisti», spiega la scrittrice. 

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Quanto dei personaggi è preso dalla storia e come è riuscita a integrarli nel racconto?
«Si tratta di una storia legata all’Awen, parola gallese che indica il potere dell’ispirazione massima, della creatività.

Tutto ciò, quindi, che è stato ispirato da altri autori o dalle gesta che si leggono nei libri di storia viene unito al resto dall’ispirazione e dalla creatività, che continuano a lavorare senza sosta in ogni libro che leggiamo e in ogni storia che ascoltiamo. Per questo tutti i personaggi possono vivere insieme armoniosi».

Come ha scelto i personaggi?
«Nelle terre di Awen i personaggi vivono le loro vite alla scoperta del proprio destino. Una volta conosciuto, decideranno se accettarlo o rifiutarlo, gli viene offerta una seconda possibilità per cambiare. Sia i personaggi che provengo dalle pagine di altri libri che quelli di epoche passate rivivono nell’Awen per poter modificare il proprio destino. In base a questa teoria, ho scelto dei personaggi che provengo da storie o dal passato che per me hanno avuto un destino gramo: ho voluto dare loro la possibilità di riscattarsi. Capita spesso di sentire il desiderio di intervenire nelle storie che leggiamo o che ascoltiamo, io ho creato il mio spazio per poter intervenire. Ho raccolto i personaggi, li ho adottati e li ho portati a rivivere in questa terra per dare loro seconda chance. Li ho scelti col cuore».

Quante ricerche ha svolto?
«Sono venuta a conoscenza della leggenda gallese, che fa da pilastro alla storia, e ho immaginato un prosieguo della leggenda. Morfran non riceve più il suo potere, ho immaginato come si possa essere sentito ingannato, e ho trasformato la sua rabbia immaginaria in una trilogia. Mi interesso molto di mitologia celtica, in particolare, ho lavorato diverse volte su questa leggenda, anche a livello personale, l’ho usata all’interno di un percorso spirituale e filosofico che ho fatto per imparare a conoscere meglio me stessa: le storie ci aiutano a conoscerci».

Quanto tempo ci ha impiegato per creare il mondo di Awen?
«Questi due libri facevano parte inizialmente di unico romanzo che poi ho diviso e modificato per creare la trilogia. Il terzo, che uscirà a breve e sarà ambientato quasi interamente a Napoli, non era parte del programma inizialmente. Ho impiegato, nel tempo libero, 5 anni per ideare tutto il mondo, tra le ricerche svolte dal punto di vista storico e mitologico. Ho messo insieme una marea di storie, ho disegnato la mappa della terra e da lì è venuta fuori la scaletta della storia e le schede dei personaggi. È stato un lavoro minuzioso, portato avanti per gradi anche con emotività, non si è trattato soltanto di un lavoro metodico. Certo, serve una certa struttura per creare un mondo, ma senza il cuore come puoi incastrare tutto in uno scritto così complesso?».

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