“Piccola Zingara”, una storia d'amore ​e il racconto di un addio

Elisa Iazzetta racconta la difficoltà di un amore che finisce e del dolore di chi rimane

Elisa Iazzetta è autrice di “Piccola Zingara”
Elisa Iazzetta è autrice di “Piccola Zingara”
Giovedì 17 Novembre 2022, 13:51 - Ultimo agg. 14:00
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“Piccola Zingara” è il racconto di un addio. Un susseguirsi di polaroid che mostrano spaccati di una storia d'amore: il suo inizio, il suo sviluppo, la sua tragica fine. 

Elisa Iazzetta porta in libreria un mondo volutamente grigio, come la sua copertina, dove sprazzi di luce tentano di penetrare le pagine tra fumi di sigarette, con gesti semplice e affettuosi, ricchi di una quotidianità perduta, di una routine opprimente che risuona come urla di disperazione: una lotta contro il tempo e contro se stessi.

Trama e analisi stilistica

I protagonisti non hanno nome, perchè non è ciò che deve arrivare al lettore: il racconto di Iazzetta mette al centro i legami.

Con frasi tronche, tagliate, periodi brevi, esprime sentimenti reali costruendo a poco a poco la relazione tra i due personaggi. La “Piccola Zingara”, ragazza di cui si innamora il protagonista e a cui si rivolge come in una lettera senza fine, ha “un'aria fumosa”, lei che è «mare di fine estate (...) schiuma violenza sulla roccia».

Sin dal principio, il lettore comprende il triste epilogo di questa storia: piccola zingara alla fine del racconto non ci sarà più. Chi legge è affacciato alla finestra di due realtà contrapposte, (che si distinguono anche con la divisione in paragrafi e il cambio di font), giudice silente della visione di lui e di quella di lei, malata e desiderosa di comprensione. Ma come si può comprendere un malato: la sofferenza e il dolore che prova in un viaggio che sembra percorrere da solo?

I tentativi del protagonista di starle accanto e di capirla sembrano sempre vani: «Le giornate così diventano troppo lunghe. Ho l'anima di ghiaccio secco. Non riesco a trovare un senso. Lei sfugge e quando faccio per andarmene ritorna più bella. E via, su questa ruota sempre uguale. Non siamo mai riusciti ad avere un periodo medio lungo di serenità».

Vivere con un malato significa vivere di precarietà, di speranze coperte da ombre oscure e che fanno paura, dal ripetersi costantemente “no non accadrà, non voglio pensarci”. Significa farsi da parte completamente e concedersi all'altro senza esitazione. Ciò che l'autrice desidera raccontare è indubbiamente difficile, perchè descrive sensazioni che possono essere comprese solo da chi le ha vissute. 

«Tutti hanno sempre qualcosa da dire. Li sento ovunque. Tutti parlano, si esprimono. E sicuramente sono convinti di aver detto qualcosa di assolutamente importante. Per se stessi e per chi è loro attorno».  

Piccola Zingara è una lettera d'amore puro e semplice, un susseguirsi di sentimenti: il racconto dell'incomunicabilità. 

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