Addio alla voce del femminismo arabo, gli insegnamenti e le sfide di Nawal El Saadawi

Nawal El Saadawi - 1970. L’inaugurazione dell’Associazione delle scrittrici egiziane al Cairo
Nawal El Saadawi - 1970. L’inaugurazione dell’Associazione delle scrittrici egiziane al Cairo
di Valentina Venturi
Mercoledì 24 Marzo 2021, 15:50 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 13:44
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É scomparsa  la psichiatra e femminista Nawal El Saadawi. Nata nel 1931, El Saadawi ha scritto numerosi libri sulla condizione della donna dell'Islam, dedicando particolare attenzione alla pratica della mutilazione genitale femminile, ancora presente in alcune parti della società egiziana. Il forte impegno civile e la sua scrittura la portarono all’arresto e poi all’esilio, ma anche al riconoscimento e alla gratitudine internazionali. 

È datato 1972 il primo saggio di quella che viene considerata la più nota scrittrice egiziana. Intitolato "Donne e sesso", evocava il suo antagonismo con le autorità supreme politiche e religiose del suo Paese e indusse alle dimissioni il ministro della Sanità.

Da allora la sua vita è stata un continuo calvario: prima la prigione sotto Sadat, poi a metà degli anni Novanta viene costretta all’esilio: il suo nome compare nella lista della morte di un gruppo fondamentalista. Dal 1991, fuggita inevitabilmente dall’Egitto, si trasferisce in Carolina del Nord dove insegna alla Duke University e alla Washington State University. 

 

L’ultima persecuzione risale al 2002, quando gli integralisti la trascinano davanti a un tribunale del Cairo: solo una grande mobilitazione internazionale, guidata da Emma Bonino, la salva dal carcere e dal divorzio coatto che le volevano imporre. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Nord-Sud dal Consiglio d’Europa. In Italia di recente è stata ripubblicata dalla casa editrice Nutrimenti, in una nuova edizione, la sua autobiografia "Una figlia di Iside".

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