Investimenti, il patrimonio private: nelle mani della clientela senior, la sfida sono i giovani

Il passaggio generazionale sarà una sfida del futuro: entro il 2028 saranno almeno 180 miliardi a passare di mano tra genitori e figli

Investimenti, il patrimonio private: nelle mani della clientela senior, la sfida sono i giovani
di Marco Barbieri
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 11:55 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 12:16
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Una volta era questione di Paperoni.

Oggi il “private banking” si rivolge a una platea di clienti più larga, con una soglia di patrimonio da gestire dai 500mila euro in su. In totale si tratta di un mercato che in Italia vale 1.076 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati forniti da Aipb (l’associazione italiana del private banking), con una crescita dell’8,2% sullo scorso anno.

UN SERVIZIO SU MISURA

La caratteristica è la personalizzazione del servizio di consulenza finanziaria. Inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione del portafoglio nel corso del 2023. Le preferenze delle famiglie “private” si sono infatti orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi. Titoli di Stato e obbligazioni sono così cresciuti del 33% sul valore totale degli asset gestiti dal settore. Il contributo delle azioni, invece, è stato marginale. I fondi di investimento e le gestioni patrimoniali hanno registrato una crescita positiva, ma significativamente inferiore, pari al 4,3% delle masse gestite, mentre il comparto assicurativo ha subito un calo dell’1,7%. «Nel 2023 – ricorda Andrea Ragaini, presidente Aipb – si sono interrotte tendenze di lungo periodo: la liquidità è calata dopo 10 anni di crescita ininterrotta, e il comparto del risparmio amministrato, dopo 15 anni di flessione, ha subito un deciso rimbalzo.

Siamo molto felici che in questo contesto sia cresciuta in modo rilevante la consulenza evoluta a pagamento (+25% nel solo primo semestre 2023), a conferma dell’unicità del modello di servizio del Private Banking». La preoccupazione per salute, longevità e benessere della famiglia hanno invece influito sul bisogno di protezione delle famiglie “private”, ambito in cui le priorità hanno assunto caratteristiche differenziate se osservate tenendo in considerazione l’età anagrafica dei clienti. C’è una questione generazionale anche nella clientela “private”. Nei prossimi anni l’industria assisterà a ingenti passaggi di ricchezza da parte dell’attuale generazione di clienti verso la successiva. Entro la fine di quest’anno si prevede che 22 miliardi di euro passeranno alle generazioni più giovani: cifra che salirà a circa 180 miliardi entro il 2028 e a 300 miliardi entro il 2033. Il Private Banking dovrà essere in grado di far dialogare le diverse generazioni, riducendo la quota di clienti (pari al 69% tra i 65 e i 74 anni e al 58% tra gli over 74) che non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio e aumentando la percentuale di chi confermerà il consulente di famiglia (solo il 23% tra i 45 e 65 anni). Dall’Osservatorio sulla clientela di Aipb emerge, per esempio, che tra i 45 e 54 anni le motivazioni che portano a investire sono legate all’accumulo e alla costruzione del capitale, mentre tra i 55 e i 64 anni diventa centrale essere in grado di costruire qualcosa per i futuri eredi. Le fasce d’età più giovani vogliono comprendere l’impatto dei loro investimenti, mentre quelle più senior chiedono soprattutto un incontro sistematico col banker.

ANCORA IMMOBILI

 Il 53% della ricchezza delle famiglie italiane (pari a 10.900 miliardi di euro) è detenuta in immobili. Tale patrimonio però è datato (l’86% sono stati costruiti prima del 1990) e si colloca in territori fragili (il 94% dei Comuni si trova in una zona a rischio). Inoltre, le famiglie Private hanno un patrimonio immobiliare ampio e articolato e quindi sono più esposte della media (due terzi ha una seconda o una terza casa e un quinto è proprietario dell’immobile aziendale). A ciò si aggiunge che negli anni il rischio di calamità naturali è aumentato considerevolmente. Nonostante questo, gli italiani rimangono sotto-assicurati: il confronto internazionale, infatti, registra un premio medio in Italia pari a 300 euro (escluso RC Auto), mentre in altri Paesi europei si registrano valori molto più alti. Le famiglie Private, inoltre, svolgono professioni più esposte ai “rischi”, poiché il 23% è rappresentato da imprenditori, il 18% da liberi professionisti e il 17% da autonomi, professioni che hanno maggiore bisogno di essere assicurati.

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