È un lavoro meritorio ma terribilmente complicato quello che dovrebbe permettere alle famiglie italiane, dal prossimo primo luglio, di percepire un assegno universale (assegno unico) per i figli al posto dei vari e disordinati benefici attuali. La legge istitutiva è ormai da alcuni giorni in Gazzetta ufficiali e già da tempo è partita la corsa contro il tempo per mettere a punto i decreti legislativi che dovranno rendere la misura concretamente operativa.
Assegno unico per i figli, con l’addizionale rischio aggravio: in pericolo i redditi bassi
L’obiettivo principale è evitare che qualche nucleo familiare si trovi danneggiato con il nuovo meccanismo, a fronte dei notevoli vantaggi che ci saranno sicuramente per la maggioranza: una dei nodi da sciogliere è quello delle addizionali all’Irpef (regionale e comunale) che il nuovo meccanismo farebbe scattare per contribuenti che oggi non le pagano. Va ricordato che i contorni precisi del nuovo assegno sono ancora da definire: si fa riferimento ad un importo di circa 250 euro mensili, modulabili però in base all’Isee, con una maggiorazione per disabili e figli oltre il secondo. In cambio dovrebbero essere gradualmente superate ben sei misure di sostegno attualmente esistenti, tra cui le detrazioni Irpef che spettano per i figli a carico: ne deriveranno risorse per il bilancio dello Stato che aggiunte a quelle “fresche” stanziate con l’ultima legge di Bilancio porterebbero la dote complessiva dell’assegno a circa 20 miliardi. Molti soldi, che potrebbero comunque non bastare ad evitare situazioni svantaggiose in alcune casi: dovranno quindi essere trovate ulteriori risorse, per garantire alle famiglie una effettiva “clausola di salvaguardia”: ovvero andare in pari, nella peggiore delle ipotesi.
Bonus casalinghe 2021, a chi spetta e i requisiti che servono per fare la domanda
L’IMPOSTA
Alcuni delle maggiori criticità tecniche ruotano proprio intorno all’Irpef.